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La «civil conversazione» tra Rinascimento ed età moderna
Lingua quo vadis? Nel progetto erasmiano della pace universale, la lingua, che è sempre sermo ed ethos, diviene l’omerica arma di Achille che ferisce e sana. Se la parola, per sua natura anfi-bia, reclama disciplinamento etico, il cum versari, lo stare insieme, esige un linguaggio civile, aspetto su cui aveva indugiato a lungo Guazzo con la sua morale del quotidiano, della etichetta intesa come piccola etica del qui e ora, e non dei grandi sistemi dell’Etica, astratta e irraggiun-gibile.
Lingua quo vadis? Language, as both sermo and ethos, plays the role of Achilles’s weapon that wounds and heals in the frame of Erasmus’s project of universal peace. While words require ethic regulation, social conversation asks for a civil language. Guazzo had already tackled this issue with his assumption of etiquette as a ‘little’ ethics of the here and now, instead of the gre-at and unattainable ethics of abstract systems.
A cura di Nicola Panichi
Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento. Studi e testi, vol. 49
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