L’Accademia di San Luca nella Roma del secondo Seicento
È realmente esistita, nel secondo Seicento, una cultura accademica romana aderente a un canone stilistico normativo ispirato al culto dell’antico e alle moderne declinazioni di questo culto? A partire da questa domanda, il libro ricostruisce le presenze, i ruoli e la produzione figurativa dei membri del consesso accademico e le strategie di autopromozione attuate nel delicato momento della messa in crisi del primato di Roma da parte dei francesi. In un
panorama assai più articolato e meno normativo di quanto fino ad oggi abbiano considerato gli studi, si distingue l’impegno del segretario Giuseppe Ghezzi nel promuovere la produzione artistica del proprio tempo attraverso una rivendicazione che esalta l’arte romana del Seicento in tutte le sue declinazioni, e Bernini soprattutto, considerandone i raggiungimenti pari a quelli della Roma antica. Fornendo una nuova interpretazione dei fatti, il
volume giunge infine a rispondere negativamente al quesito iniziale, con l’auspicio che il termine «accademico» perda quella connotazione in senso stilistico che per la cronologia in esame non trova riscontri oggettivi.