Il libro racconta le peripezie di Elisa, una vera odissea, un viaggio alla scoperta di sé. È la storia molto bella di una donna un po’ diversa, che non si adegua alle regole, che non si adatta a un mondo dominato da uomini. Un mondo che non riesce a percepire e ad accogliere la non conformità. Meglio che in un trattato di psicoterapia, sono descritte qui tutte le maniere per guarire il disagio psichico oppure per aggravarlo, anche se con le migliori intenzioni. Da un lato l’etichettatura che imprigiona, la contenzione, la sedazione, l’elettroshock, l’impersonalità del trattamento, l’imposizione della forza, il disconoscimento del malato nella sua unicità, la soppressione dell’autonomia personale. Dall’altro, invece, ciò che guarisce veramente: l’accoglienza per come si è, l’ascolto, il riconoscimento dell’individuo nella sua dignità, spiegazioni chiare al paziente disorientate, l’aiuto a ritrovare il bandolo della matassa, il dare fiducia.