La bellezza di Elena. L’imitazione nella letteratura e nelle arti figurative del Rinascimento
Cicerone racconta che Zeusi, famoso pittore vissuto nella seconda metà del V secolo a.C, per dipingere Elena avesse dapprima selezionato le cinque vergini più belle di Crotone per poi “prelevare” da ciascuna la parte più perfetta. Nella storia di Cicerone si uniscono l’attenzione alla pluralità dei modelli, l’idea di bellezza dell’autore, il prodotto – Elena – realizzazione della bellezza perfetta. L’episodio è importante per capire la base teorica ed estetica da cui muovono le principali tendenze nel dibattito sull’imitazione tra il XV e il XVI secolo. La «perfetta bellezza» di Elena colloquia poi con la bellezza perfetta della Vergine Maria che in quei tempi di riforma luterana, che la rifiutava come mediatrice tra Dio e gli uomini, costruiva il suo ruolo in ambito cattolico. Il ruolo di Maria – ruolo nel corso del XVII secolo ridimensionato in nome di una ortodossia restauratrice culminata nel Concilio di Trento – e la sua rappresentazione nelle arti figurative, ma anche nella poesia e nella letteratura, costituisce la parte centrale di questo volume di Pasquale Sabbatino che si sofferma poi sui modelli e sull’imitazione in ambito linguistico focalizzando l’indagine sul napoletano cortigiano e sull’affermazione del primato
fiorentino. Attraverso il concetto estetico del modello e dell’imitazione, Sabbatino percorre la produzione artistica dei secoli che hanno segnato l’apoteosi e lo sviluppo della cultura italiana.
