Il treno non si fermò a Kiev
Storie di gente e stazioni nel viaggio in ferrovia più lungo del mondo
A chi mi domanda, quale è l’obiettivo del mio viaggio, rispondo che non ho nessun obiettivo in testa, vado dove trovo qualcosa che mi incuriosisce, mi intriga, dove comincio a trovarmi a mio agio, a star bene insomma. Piccole storie e luoghi che mi aspettano. Il mondo ne è pieno e non servono troppe
domande e risposte. Le storie ferroviarie sono poi una passione inesauribile, una miniera da esplorare e da scavare. Una stazione mi trasmette una luce speciale e i tanti treni senza tempo mi fanno immaginare storie trascorse di gente che parte e arriva. Questo è il mio modo di viaggiare; capitare in un posto per caso, senza guide, né mappe, andare dove c’è qualcosa da raccontare.
Che fare?
È una domanda che si rivolse Lenin in un celebre libretto che contò nella rivoluzione russa,
ma che in genere non ha risposta.
Forse non farò nulla e lascerò vagare i miei pensieri come nuvole oltre le tamerici.
E con questo pensiero mi accingo a intraprendere il mio lungo viaggio in treno, vero e immaginario.