Un’indagine dedicata al rapporto tra vini contemporanei e antichi Etruschi. Dall’Appennino tosco-emiliano alla Maremma laziale si distingue il tessuto di una “civiltà del vino” che trova nel mondo arcaico uno dei suoi riferimenti fondamentali. Tra i nodi di questa rete si contano decine di vini, qui in gran parte censiti e descritti, caratterizzati da nomi di luoghi, divinità, concetti legati agli Etruschi. Con il pretesto di comprendere il fenomeno la ricerca volge a ciò che accomuna il sogno degli antichi a quello dei contemporanei: la suggestione d’Oriente che risplende nell’anima del bevitore, il mistero delle origini dei preziosi vitigni e delle origini in senso lato. Giungiamo così al cospetto di Fufluns, dio etrusco del vino con il suo seguito di amanti, sileni, demoni alati, tori, pantere e con le ritualità iniziatiche che attraverso complesse rimozioni rivivrebbero in alcune consuetudini contemporanee. Percorso da una sottile inquietudine di fondo, questo libro non è né un saggio storico né un repertorio viti-vinicolo, ma un diario di ricerca che mesce elementi nel cratere di un’ispirazione personale – a volte poetica, altre analitica – per giungere all’intuizione di possibilità atemporalmente valide.
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