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Due furti, due restauri e una contraffazione
Il volume ricostruisce la storia, per molti versi romanzesca, della Pala di Pescina di Giovanni della Robbia (1513 circa), oggi collocata nella chiesa di San Pietro a Vaglia ma proveniente dalla vicina chiesa dei santi Stefano e Lorenzo da Pescina. L’opera è una grande pala d’altare di terracotta parzialmente invetriata policroma, fornita di predella e con la porzione centrale tripartita, con al centro la Natività con l’Adorazione dei pastori e ai lati due nicchie con le figure dei due santi. Le vicende della pala, tra furti, recuperi e falsificazioni, si dipanano per più di un secolo intrecciandosi con la nascita degli uffici statali di tutela, la guerre e lo spopolamento delle campagne, l’alluvione del 1966: una storia intricata e affascinante che chiama in causa diversi temi, tra cui il grave problema della tutela delle opere collocate in luoghi periferici soggetti a furti, quello del mercato antiquario spesso alimentato da beni trafugati (e nello specifico alla dimensione del commercio di robbiane nei primi decenni del Novecento), ma anche la meritoria attività esercitata dagli uffici di tutela dello Stato e dell’Arma dei Carabinieri.
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