Il peccato di esser nata donna
Figure e testi per i diritti femminili fra Sette e Ottocento
Nel Settecento in Europa le donne godevano di una determinata libertà: le ragazze di buona famiglia, contrariamente ai tempi passati, Medioevo o Rinascimento, avevano più occasioni per valicare la soglia di casa. Se prima potevano essere intraviste quasi esclusivamente durante le funzioni religiose, nel XVIII secolo erano ammesse a partecipare ai ricevimenti, ai concerti, alle messe in contesti differenti: Francia, Gran Bretagna e Italia, in particolar modo Venezia. Queste famose donne scrissero i manifesti dell’emancipazionismo femminile, che ci servono come fondamenta per capire il femminismo di oggi e il processo che ha portato al riconoscimento universale dei diritti.
Grazie all'impegno e alle testimonianze di varie donne vissute tra il Sette e Ottocento possiamo ricostruire gli eventi politici dei secoli passati e il modo in cui la concezione della figura femminile cambiò durante la Rivoluzione. Soprattutto sottolinearono come i pensieri illuministi del tempo, che presupponevano uguaglianza e libertà, non portarono ad alcun cambiamento radicale nel ruolo della donna. Proprio per questa mancanza di riconoscimento dei diritti universali il Settecento fu un secolo di grande mobilitazione femminile, che vide le donne impegnate nel farsi giustizia da sole, entrando nelle assemblee e affiggendo manifesti provocatori.