Jane Austen è un’attenta osservatrice del mondo che la circonda. Scrivendo solo di ciò che conosce, non inventando nulla ma soltanto immaginando, fornisce difatti interessanti punti di vista su determinati aspetti della società a cui appartiene: se i personaggi appaiono come persone vere e concrete, la sua scrittura senza cadere nella mera descrizione, fornisce la percezione dei luoghi e degli ambienti in cui vivono.
I sei romanzi dell’autrice ci aiutano pertanto a comprendere l’evoluzione dell’architettura del giardino inglese del suo periodo, in una cultura preindustriale sospesa tra le tradizioni dell’aristocrazia nobiliare e la moda del pittoresco promossa in particolare dalle famiglie benestanti di impostazione borghese o militare. Non si tratta solo di una scelta di taste, o tra formale e informale, tra mantenere o distruggere un viale di alberi vetusti, preferire una vista ad un’altra.
Mentre le sue eroine sbagliano, scambiano opinioni, riflettono, cambiano idea, si innamorano, ma soprattutto crescono nella loro ricerca quotidiana di sé tra il rinfrescante wilderness e il soleggiato shrubbery, affiorano le motivazioni e le scelte che provocano le consistenti trasformazioni del paesaggio e dei giardini inglesi quali riflesso della società. Il volume propone gli esiti della ricerca, condotta dall’autrice, attraverso una rilettura dell’opera di Jane Austen, “la più perfetta artista tra le donne”, dal punto di vista paesaggistico.
Il fine è quello di comprendere, attraverso i sei romanzi austeniani, come venivano vissuti dalle persone i giardini delle grandi dimore inglesi, tra il XVIII e il XIX secolo, nel passaggio tra lo stile formale, di derivazione italiana e francese, e quello informale, tipico del giardino inglese.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.