dove la nebbia offusca il grande castello degli ideali. Un sentiero ricco di strade, di viottoli irti di sassi che, intralciano il cammino. La nebbia la fa da padrona, assorbe corpi e colori e tutto si fa terribilmente grigio, quando a brevi tratti si dirada, la luce illumina il castello, tanto da delinearne la sagoma, i suoi merli e le sue torri. Ma esso sembra spostarsi sempre più avanti. Quella di Ombretta è una poesia con un impianto metaforico intenso, ricca di simboli. Prova di luoghi comuni e voli pindarici. Quindi poesia autentica. Serve coraggio ad inoltrarci in un sentiero simile. Ombretta questo coraggio è riuscita a tirarlo fuori, non si è lasciata influenzare da scritture alternative più accattivanti. Ella racconta la realtà senza edulcoranti. Una realtà dove l’indifferenza è il sentimento più autentico e la discriminazione apre enormi voragini tra le persone. Sono terminati i tempi del libro cuore e delle poesie bugiarde. Questi sono tempi in cui la poesia dovrebbe rivelare la sua onestà, in rapporto a questo periodo crudo e problematico. Ed in questo la poesia di Ombretta ci riesce in toto.