I giardini di Castello e Petraia
In ricordo di Vittorio Torrini capo giardiniere dal 1950 al 1968
La testimonianza di Franco Torrini, nei diciotto anni in cui lo zio Vittorio fu capo giardiniere di Castello (Firenze), ci riporta molto indietro nel tempo. Le ville dovevano essere ancora, nel secondo dopoguerra, un polo di riferimento nella vita del territorio e delle comunità circostanti. Torrini ci descrive l'ultimo periodo di una tradizione antichissima, che si era trasmessa con continuità dai tempi della nascita dei due giardini medicei. “Nel giardino si intrecciano vite di donne e di uomini, di animali, di piante e di elementi. Un mondo, concluso e recinto, in cui i giorni e le stagioni tracciano sogni e doveri e gli anni segnano le immagini dei molti continui cambiamenti. Nulla resta uguale nel giardino come nelle vite di tutti gli esseri. Un mondo antico di pratiche, saperi e consuetudini, usi e frequentazioni in una realtà pervasa dal senso di appartenenza ad un’epoca che tutt’oggi attrae e ispira nella percezione del suo profondo e infinito valore dove lo scenario è rappresentato dalle ville Medicee di Castello e Petraia. Un inestimabile bagaglio di saperi oggetto ancora oggi di un raffinato sistema di cura, manutenzione, rinnovamento, conservazione e restauro. Risulta inevitabile interrogarci su come evolverà l’idea di natura e il rapporto dell’umanità con l’ecologia, con l’obiettivo della difesa dai cambiamenti climatici, della rigenerazione economica e culturale per il bene dell’umanità” (Mariella Zoppi- Professore emerito Università di Firenze).Inizio modulo