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Testi giudeo-livornesi 1842-1863 e Glossario
Questo volume presenta la prima ricostruzione organica della vita di Giovanni Guarducci (1813-1863), sensale e capopopolo livornese vicino al Guerrazzi, combattente a Montanara, protagonista della difesa di Livorno nel 1849, capo degli esuli italiani in Corsica, volontario garibaldino e feroce critico dei primi governi post-unitari. Grazie a una ricerca tra i manoscritti della Labronica e le stampe ottocentesche in biblioteche italiane ed estere, si definisce il canone delle sue opere e si presentano in edizione critica, con alcune significative composizioni in lingua, tutte le sue poesie in giudeo-livornese. Si tratta di composizioni animate dalla polemica antiebraica, ma al contempo capaci di cogliere costumi, atteggiamenti e caratteri linguistici degli ebrei di Livorno, in un complesso momento di trasformazioni sociali, spinte all’emancipazione e fermenti patriottici e repubblicani; proprio per questo le satire del Guarducci hanno attratto l’interesse di studiosi quali Guido Bedarida, Elio Toaff , Benvenuto Terracini. In quest’ambito emerge anche la figura di Giovan Battista Giacomelli, celebrato per le sue esibizioni comiche e dialettali dal Giusti, dal D’Azeglio e dalla famiglia Manzoni ma sinora ignoto quale autore di versi in italiano ebraizzante che formano, con quelli bagitti del Guarducci, un contrasto poetico sull’integrazione degli israeliti nella società livornese. Il volume comprende infi ne un ampio glossario con le voci bagitte, livornesi e toscane dei componimenti e il quadro complessivo delle forme giudeo-livornesi attestate tra la fine del Settecento e il 1863.
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