Vent’anni, in pieno ’68: l’anno della epocale rivoluzione.Giovane, appena affacciato alla vita sociale, prestato dall’apprendistato nazionale alla Marina Militare per quel pegno da pagare allo stato: la leva.Due lunghi anni, improponibili per un ventenne di oggi. L’addestramento, le scuole di specializzazione, l’imbarco.Poi la navigazione con tanto mare da conoscere, amare.E gli affetti, a casa.La città natale e quella d’adozione, lontane e sospirate.Giorni che passano tra esercitazioni, un episodio di quasi guerra, il tempo libero con le lettere spedite e ricevute, le canzoni ascoltate, la politica e lo sport di quei giorni.La conoscenza di coetanei diversi tra loro con il nord e il sud lontanissimi, con l’autodisciplina e il rigore morale, valori che oggi appaiono come antichi retaggi.Un racconto piacevole, mai noioso, poco eroico, di settecentotrentatre giorni trascorsi tra caserma e nave, in attesa della parola più agognata in quel periodo: il congedo.