«In futuro aumenteranno quelli che dopo cena veglieranno da soli restando muti. Anche quando saranno in due o più di due i soggetti si scambieranno solo qualche parola perché intenti a guardare, magari in stanze separate, i programmi televisivi, diversificati e omologanti, o a smanettare sugli apparecchi digitali alla ricerca di un mondo virtuale che mostra una inesistente realtà e ignora la calda umanità che vive accanto. Per contrastare questo andazzo alienante e non disperdere un piccolo patrimonio di memorie, mi è sembrato utile, fissare sulla carta, senza cedere al narcisismo autobiografico, alcuni episodi che delineano il profilo e mostrano l’anima di Tizio o di Caio dei quali forse ieri si sarebbe parlato nelle veglie del dopo cena. Quando si è vecchi – diceva lo studioso Roberto Calasso – “si ha il dovere di ricordare e trasmettere la propria esperienza umana e intellettuale perché resti memoria di cose che solo io ho vissuto e che nessun altro può ricordare”».
Dall'introduzione