Dizionario dei sogni nel Medioevo
Il Somniale Danielis in manoscritti letterari
Dall’alba dei tempi ogni società ha provato a investigare il mistero del sogno e a misurarne la veridicità e il profetismo. I metodi d’interpretazione variano in ogni epoca, ma la struttura dei libri dei sogni è rimasta la stessa dall’Antico Egitto, alla Smorfia Napoletana, ai giorni nostri, anche dopo l’avvento della psicanalisi. Nel decifrare le immagini notturne i più importanti scrittori e scienziati del Medioevo e del Rinascimento hanno usato i sogni e le visioni per capire e spiegare meglio la realtà. Dante, Cecco d’Ascoli, Petrarca e Boccaccio, autori presenti nei manoscritti studiati, rispettano le teorie onirocritiche classiche e medievali e utilizzano, nelle loro opere, simboli contenuti nel più comune manuale d’interpretazione. Il Dizionario dei sogni è formato da voci provenienti dalle versioni in latino e in volgare del Somniale Danielis, e in italiano il Libro dei sogni del profeta Daniele, dal IX sec. alle edizioni a stampa, fino al 1550. Considerato comunemente dagli studiosi un testo poco interessante e lungi dall’essere utilizzabile dagli autori del Tre e Quattrocento, o ancora da quelli del Rinascimento, il Somniale si dimostra, al contrario, un prontuario versatile, risultato di una complessità che grazie alla sua struttura e alle interpretazioni concise ha permesso una diffusione capillare nel corso di oltre 3200 anni di storia.