Un’occasione per farsi raccontare una bella storia e ricordare Stefano Borgonovo - calciatore del Milan, della Fiorentina e di molte altre squadre di serie A – venuto a mancare nel 2013 colpito dalla SLA. L’appuntamento è per lunedì 5 Febbraio a Firenze (Sala D'Arme di Palazzo Vecchio) dalle 17.00 alle 19.00 in occasione della presentazione del libro "Una Vita in Gioco" (Mondadori Electa) di Chantal Borgonovo e Mapi Danna. La data non è casuale perché proprio dieci anni fa 27mila fiorentini riabbracciano il loro campione, spinto sulla carrozzina da un emozionato Roberto Baggio, nel corso di una partita di beneficienza organizzata da Fiorentina e Milan con vecchie e nuove glorie del calcio. Alla presentazione saranno presenti le autrici, l'assessore allo sport del Comune di Firenze Andrea Vannucci e altri nomi noti del mondo dello sport, del giornalismo e dello spettacolo.
Il libro - Questo libro racconta la storia di Chantal Borgonovo e di Stefano, suo marito, attaccante tutta la vita, soprattutto dopo l’arrivo della SLA. Tutti lo ricordano per la straordinaria partita a Firenze, nel 2008, in cui entrò allo stadio davanti a 27.000 persone commosse, inchiodato a una sedia a rotelle. Per cinque anni ha mosso solo gli occhi. Eppure, con il solo uso degli occhi è riuscito a fare la rivoluzione. Ha deciso di dire sì, di non staccare le macchine, di vivere con una nuova identità e un nuovo scopo. Questa è una storia straordinaria, piena di valori. Ci sono la passione, la rabbia, l’odio, la rassegnazione, ma ci sono anche la rivincita e la resurrezione. C’è la fede, quella terrena e quella celeste. Ci sono la dedizione, la fedeltà e la gelosia. C’è il tema bioetico del “fine vita”, l’abuso “comodo” di certi farmaci, ci sono il coraggio e la speranza. Non c’è la soluzione ma c’è la ricerca, che attribuisce senso al dolore. C’è il mondo dorato e appassionato del calcio e per il calcio l’amore assolto e acritico di Stefano. C’è il valore della famiglia che può salvare o ferire, a volte contemporaneamente. C’è la condizione ingiusta e spietata dei malati di SLA che diventano schiavi, prigionieri. Eppure Stefano ce l’ha fatta, è riuscito a liberarsi, a essere incredibilmente acceso, empatico, volitivo, ironico e innamorato, senza malinconia. Stefano ci è riuscito perché Chantal gliel’ha permesso. Gli ha permesso di continuare a essere persona, intera, a essere marito e padre dei loro quattro figli. Lo ha guardato come si guarda un uomo, sempre, non come si guarda un malato, mai. Questo è un libro che tratta soprattutto di rispetto e desiderio. Desiderio e rispetto per la vita, trattenuta, difesa e accolta, qualsiasi vita sia. È un libro che ha un obiettivo: suscitare emozioni, riflessioni e dare scandalo. Sì, perché certe sofferenze sono scandalose, eppure sacre. Ci fa sentire piccoli e anche capaci di grandi cose. È una storia potente e parlante, di più, è una storia che urla e canta. È una storia piena di luce, di suggestioni, immagini, spavento e poesia, di verità esplosa.
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