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Probabilmente la descrizione più precisa e accurata del nuovo libro della professoressa Donatella Cherubini ce la consegna Giuliano Catoni: “Da adesso tutto il mondo accademico, per le prossime pubblicazioni sul Risorgimento, dovranno tener conto di questo libro”. “Stampa periodica e Università nel Risorgimento. Giornali e giornalisti a Siena” un titolo che non è del tutto esaustivo di una trattazione che, pur concentrandosi principalmente sul ruolo della stampa senese in quel periodo così fervido di cambiamenti e tumulti, lancia uno sguardo molto più ampio sulla realtà del periodo. Il professor Antonio Cardini sottolinea questo aspetto: “Questo libro è un’opera di grande importanza – commenta il preside di Scienze Politiche – per il semplice fatto che prende tutto il risorgimento senese inquadrandolo in quello italiano; ciò è possibile tramite al filo della stampa periodica dell’800 che, ancora più di oggi, era il tramite essenziale per le ideologie e per l’idea di nazione. Questo è il motivo per cui ricostruire il ruolo della stampa di quel periodo significa ricostruire l’idea stessa di nazione”. Il libro prende avvio dagli ultimi anni del ‘700, decisione fondamentale per far comprendere appieno al lettore l’importanza che le riforme leopoldine ebbero sugli intellettuali, gli studenti e i professori all’epoca di stanza a Siena.
“Indubbiamente Siena sta vivendo momenti difficili – commenta l’autrice, docente di Storia del Giornalismo – con questo libro mi auguro di aver contribuito, pur con tutti i miei limiti, a ricordare che, oltre l’età dell’oro della Repubblica, anche l’Ottocento e il Risorgimento hanno visto la grandezza di Siena e del suo Ateneo”. “La cosa che più colpisce di questo studio è la completezza dell’indagine – commenta ancora Catoni – la professoressa Cherubini ha usato a dovere fonti che ancora nessuno aveva sfruttato e in questo modo ne è uscito il ritratto di una Siena a tutto tondo, del suo clima sociale e culturale. Sicuramente nella memoria collettiva l’evento di Curtatone e Montanare è ciò che è rimasto maggiormente, ma oltre a questo Siena ha avuto un ruolo importante nel Risorgimento, e questo è ben evidenziato grazie a questo lavoro”.
Il “mito leopoldino” aveva bisogno della stampa per affermarsi, ecco perché quest’ultima assume un’importanza sempre maggiore. A fianco di questi cambiamenti si sviluppa un dibattito universitario sempre più fervido: “Ci sono due generazioni a confronto in quel periodo – commenta il professor Fabio Bertini dell’Università di Firenze – sono quelle dei professori e degli studenti che portano avanti un confronto sempre più incalzante; non può non venire in mente che anche al giorno d’oggi, se si parlasse più di politica e filosofia nelle università, sarebbe tutto molto più stimolante”.
Lo sguardo della professoressa Cherubini si è poi posato anche su un aspetto spesso trascurato nella trattazione sul Risorgimento, come puntualizza la professoressa Floriana Colao: “Il contributo che questo libro offre alla centralità della cultura giuridica di quel periodo non è affatto da sottovalutare né scontata; spesso nel mondo accademico italiano c’è stato molto silenzio su questo argomento, ma la professoressa Cherubini ha sottolineato come l’opera dei giuristi sia risultata fondamentale per la costruzione e divulgazioni delle ideologie. I primi nomi che vengono in mente sono quelli di Romagnosi e Vico, che offrono un canone all’incerta identità del popolo italiano”.
Un libro quindi importante e molto particolare, che affronta la realtà del periodo offrendone un’analisi completa e accurata, anche grazie a un uso minuzioso delle fonti e sottolineando come Siena sia stata un coacervo di idee e dibattiti culturali. In fondo ha ragione la professoressa Colao quando, a margine della presentazione, commenta così: “Meno male che ci sono gli storici a ricordarci che ci sono stati tempi migliori per Siena”.
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