Stile e poetica di Romano Bilenchi hanno a più riprese impegnato la critica, poiché non è stato facile inquadrare quel percorso letterario che, fin dalle prime prove, esprime una narrativa prevalentemente introspettiva, dalla scrittura “semplice” e prosciugata. Una delle definizioni più efficaci si deve a Luigi Baldacci, quando identificò la chiave compositiva di Bilenchi in una “fiaba triste immersa in un quadro lontano di memoria e di mito” e dove è “protagonista assoluta la vita con le sue epifanie, intermittenze, attimi sospesi, stati di grazia”.
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