Regione definita da molti terra delle dolci colline, la Toscana è rinomata nel mondo anche per i suoi vini pregiati; vini che si fanno promotori del territorio stesso da cui prendono corpo. Toscanalibri propone quindi ai suoi lettori un viaggio del gusto attraverso alcune delle pubblicazioni che parlano delle eccellenze enologiche – il Brunello e il Chianti. Un viaggio in compagnia di grandi produttori che del produrre eccellenti vini hanno fatto una ragione di vita.
“Questa è la mia terra. Franco Biondi Santi, Montalcino e il Brunello” (Protagon Editori, pp. 160, € 35,00) è dedicato al decano del Brunello che, con la sua passione, ha contribuito a rendere famoso in tutto il mondo il celebre vino. Ad essere raccontata è la sua vita, la storia della sua famiglia e il loro profondo legame con la terra. Realizzata da Maurizio Boldrini e Andrea Cappelli, la pubblicazione si compone di sei capitoli; pagine e pagine di testimonianze, documenti raccolti in numerosi archivi, foto, oggetti, lettere conservati con cura nell’archivio di famiglia e raccolti dal volume accompagnati dalle splendide immagini di Bruno Bruchi.
“Il vino fa le gambe belle. Storia di una signora del Brunello” (Edizioni Cantagalli, pp. 208, € 14,80) è, invece, la storia autobiografica di Francesca Colombini Cinelli, testimone di fatti importanti come il passaggio del fronte nella seconda guerra mondiale ed una delle protagoniste del successo del Brunello. Il suo racconto, fatto di cronache di una storia familiare e sociale nei luoghi in cui si fa l’agricoltura e si coltivano la vite e il destino della gente, percorre con emozione e trasporto i tanti momenti di una vita straordinaria tanto da essere unanimemente riconosciuta come “la signora del Brunello”.
Infine, al barone Bettino Ricasoli, il “Vignaiuolo del Chianti”, è dedicato il volume “Siamo Onesti! il barone che volle l’unità d’Italia” (Mauro Pagliai, pp. 200, € 14,00 - presentazione a Verona, in occasione del Vinitaly sabato 10 aprile alle ore 11) di Michele Taddei. Ricasoli, personaggio centrale nella storia del Risorgimento italiano, fu infatti anche un appassionato agronomo e innovatore. A lui si devono la formula “magica” che definì, nel 1872, il vino Chianti e le tante prove sperimentali perché il vino potesse essere venduto e bevuto in ogni angolo del pianeta. Cosa che, puntualmente, è accaduta, tanto che il Chianti ancora oggi rimane uno dei vini più famosi al mondo nella formula quasi inalterata che volle il “Barone di Ferro”.
Articolo pubblicato su Toscana Tascabile di aprile
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