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Giovanni Pascoli ebbe modo di soggiornare a Siena, per una settimana, nell’agosto del 1862, quale membro di una commissione ministeriale che doveva assegnare alcune borse di studio. Prese stanza all’Albergo dell’Aquila Nera. In quella camera avrebbe poi completato la poesia, abbozzata durante il viaggio, intitolata “A Maria che l’accompagnò alla stazione” in cui esprime alla sorella commozione nel rivederla sola sul marciapiede della stazione mentre il treno si allontanava. L’immagine della sorella si trasfigura in quella della madre e nei ricordi giovanili del poeta: “Non sono io forse il piccolo Giovanni / che sua mamma accompagna alla stazione? / Essa gli ha messo in ordine i suoi panni, / i suoi colletti, le camicie buone”.
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