Dipinti, disegni e altre opere d’arte per rendere evidente il legame tra il più celebre detective privato del mondo e la città del Palio. È lo spirito di “Sherlock Holmes a Siena”, l’evento-mostra che si inaugurerà sabato 24 ottobre alle ore 17,00 all’Hotel Minerva di Siena (via Garibaldi 72). E in perfetto stile inglese, a chi interverrà all’inaugurazione sarà offerta la tradizionale tazza di tè delle cinque. La mostra - che rimarrà aperta fino a venerdì 20 novembre, è organizzata dall’associazione Prisma multimedia Siena e curata da Daniele Sasson e Piergiacomo Petrioli - vuole divulgare l’immagine e la figura del detective inglese a Siena, e raccoglie opere di artisti professionisti e dilettanti che hanno risposto all’appello lanciato dai curatori affrontando il tema senza restrizione di tecnica e limite di dimensioni bensì attenendosi a un soggetto strettamente holmesiano.
Il Palio di Sherlock Holmes - In mostra ci saranno anche 24 opere realizzate dagli allievi delle classi di Grafica pubblicitaria dell’Istituto Caselli di Siena – guidati dalle docenti Ramona De Vita e Chiara Guarducci - che si sono ispirati al mio romanzo d’esordio “Il Palio di Sherlock Holmes” (2009), apocrifo in cui il detective inglese, sotto mentite spoglie, si muove in città per risolvere un misterioso omicidio. La curiosità di vedere le opere realizzate dai ragazzi è molta e , come è facile capire, è proprio il romanzo a giustificare la mia presenza, in qualità di ospite, all’inaugurazione di sabato.
Il detective e l’arte - L’evento senese non ha nulla dell’artificio, anche se a prima vista potrebbe sembrare così. Il rapporto tra Sherlock Holmes e l’arte, e in particolare quello con la pittura, è un elemento piuttosto presente nelle pagine del Canone (il corpo dei 4 romanzi e dei 56 racconti originali firmati da Arthur Conan Doyle). Basta citare i due riferimenti più noti e importanti. Il primo riguarda la famiglia stessa di Sherlock Holmes poiché egli afferma che il fratello della nonna materna è il pittore francese Horace Vernet. Il secondo importante riferimento alla pittura lo si trova nelle pagine de “La valle della paura”, dove si dice che su una parete dello studio del professor Moriarty, acerrimo nemico del detective, sia appesa un’opera di Jean-Baptiste Greuze. Ma di riferimenti ve ne sono altri, così come innumerevoli sono le citazioni che riguardano opere non pittoriche, biblioteche e musei. La mostra-evento di Siena, dunque, sta perfettamente dentro il solco canonico. Ma al di là di questo, è facile scoprire che la pittura e le arti figurative in genere hanno prodotto e producono una quantità davvero incredibile di opere ispirate dalla figura di Sherlock Holmes: dalle illustrazioni più famose d’epoca, come quelle di Sidney Paget che corredavano la pubblicazione dei racconti e dei romanzi di Doyle sulle pagine dello Strand Magazine, fino ai dipinti e ai disegni contemporanei che utilizzano i volti degli attori che hanno interpretato Holmes sugli schermi cinematografici o televisivi.
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