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“Scandalosa Siena”, scritti sul mal governo per voltare pagina verso la buona politica. L’autore Taddei: «Ora scatto d’orgoglio per ripartire»

11/06/2013

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Un anno tormentato, travagliato, fatto di scandali e scontri, politici e sociali. Fatto di intrigate vicende in cui la commistione tra finanza, economia e politica ha mostrato alcuni dei suoi lati più crudi e più oscuri. Vicende che hanno segnato la storia di un’intera città, prime fra tutte lo scandalo della banca Mps e che dovranno essere comprese prima ancora che interpretate. “Scandalosa Siena, dalla vicenda Mps alla crisi della politica”, il libro di Michele Taddei per Edizioni Cantagalli presentato alla libreria Becarelli di Siena ripercorre con la penna del cronista e dell’osservatore attento i dodici mesi più bui della storia città del Palio. La smania di potere che conduce alla crisi inevitabile di un intero sistema economico e finanziario, quello della terza banca d’Italia snaturata nelle sue finalità originarie. La crisi di un sistema politico che aveva fatto di Siena, nel tempo, un modello a cui guardare fino a farla primeggiare in vetta agli indicatori di tutte le classifiche per qualità della vita. Un anno trascorso ad osservare, a cercare di capire offrendo una lettura puntuale di tutti gli ormai evidenti limiti di un sistema arrivato al suo “collasso”. «Ho deciso di raccogliere gli articoli pubblicati nell’arco di un anno su agenziaimpress.it nel mio blog “Ah s’io fossi foco” – ha detto incontrando i lettori Michele Taddei - proprio per cercare di capire come siamo arrivati a questo punto perché solo attraverso la comprensione credo sia possibile superare la “crisi” e andare avanti». Superamento della crisi ma senza dimenticare ciò che la città di Siena è stata, modello di Buongoverno per anni come ricorda impresso nel Palazzo Pubblico l’affresco del Lorenzetti. Come ha ricordato chi, in passato ha avuto l’onore e l’onere di guidare la città da Sindaco.

La politica del confronto -  A moderare l'incontro la giornalista de La Nazione di Siena, Laura Valdesi. A fianco di Michele Taddei, per aiutare nella comprensione di ciò che Siena è stata nel tempo l’ex primo cittadino Mauro Barni. «Ho fatto il sindaco di Siena per 5 cinque anni, dal 1979 al 1983, – quando c’era ancora la ferma convinzione che il primo cittadino fosse, prima di tutto, un cittadino. Il mio compito più grande era quello di incontrare la gente; e lo stesso valeva per i miei assessori che anziché stare dietro una scrivania, giravano per cantieri e partecipavano alla Res Pubblica in maniera attiva. Sussisteva quindi un tipo di politica fatta per strada nel nome di una collettività che oggi andrebbe riscoperta per ricominciare a credere nei valori della buona politica». Politica come luogo di discussione confronto, quello che secondo Taddei è mancato come humus fertile su cui avviare la ricostruzione a Siena. «Ho sempre creduto ad una politica fatta di incontri e scontri, se necessario, sulla base del confronto tra idee diverse – ha aggiunto Taddei -. Sarà per questo che sono rimasto deluso da un partito come il Pd che invece non ammette discussioni e si ritrova paralizzato nel suo conformismo. Credo sia invece doveroso tornare ad una politica fatta di persone che hanno idee, dicono che quello in cui credono, credono in quello che fanno e fanno quello che dicono».

Lo scandalo Mps
– Proprio ciò che è mancato nella gestione della banca Mps, verrebbe da dire. Uno scandalo solo all’inizio, ancora tutto da scoprire nei suoi risvolti ancora sotto la lente d’ingrandimento della magistratura. L’acquisto di Antonveneta, lo scandalo dei derivati, le verità nascoste. Il filo conduttore che lega i gli articoli che compongono il libro di Taddei arrivano a sorprendere per lucidità e analisi. «Siena da sempre ha goduto di un felice isolamento e non stupisce che la reazione immediata allo scandalo – ha detto ancora l’autore – sia stata quella del non credere che fosse possibile, del chiudere gli occhi per non vedere la realtà dei fatti. Ora la gente comincia amaramente a destarsi dal sonno e a comprendere che Siena non è né migliore né peggiore del resto d’Italia. Il passo successivo, dopo le “bombe”, consiste nell’avere quello scatto d’orgoglio necessario per ricostruire a partire dalle macerie». «Quello che serve a Siena – ha concluso Barni - è riscoprirsi unita, solidale e consapevole dei suoi limiti come dei punti di forza. Al momento non so immaginare cosa succederà nei prossimi mesi, il polverone è ancora troppo alto. Mi auguro che il nuovo sindaco non si comporti da uomo solo al comando e sia in grado di “mettere insieme i cocci”».

Cristiano Pellegrini

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