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Quella Vespa volata sulla storia del made in Italy. Viaggio nel Museo della Fondazione Piaggio

06/05/2013

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"Vi sono dei momenti, nella storia delle imprese non meno che in quella degli uomini, in cui è necessario fermarsi un momento a riflettere sul cammino percorso, e ciò non semplicemente per alimentare la memoria, dare spazio alla nostalgia e fare un bilancio di successi ed errori, ma per comprendere il valore di ciò che si è fatto, dando alle azioni intraprese pieno senso e significato e traendone spunto e nuovo slancio per il futuro". (Roberto Colaninno)
E’ con questo incipit che Riccardo Costagliola, presidente della Fondazione Piaggio, introduce l’essenza di quel luogo, il Museo, dove si respira la lunga storia di un’azienda illuminata: la Piaggio.
Inaugurato nel 2000, su volontà di Giovanni Alberto Agnelli, il Museo ha in esposizione permanente le collezioni Piaggio, Vespa e Gilera. Si ammirano pezzi unici e affascinanti ma anche famosi come la Vespa guidata da Gregory Peck in Vacanze Romane. Nel 1994, sulla scia di un “progetto culturale dell’Azienda Piaggio” che voleva ripercorrere la propria storia, prese forma la Fondazione Piaggio, un’entità che doveva servire sia per la gestione dell’Archivio storico ma anche per il progetto (allora non ancora compiuto) del Museo.
Ad oggi, oltre a queste importanti attività, la fondazione gestisce anche un Centro Congressi, l’allestimento di Mostre Temporanee, una Linea Editoriale, un Programma di Attività didattiche per le scuole ed un Vespa Shop.
Fondata nel 1884 da Rinaldo Piaggio, l’ azienda si è da sempre distinta in tutti i settori in cui operava: dalla costruzione di arredamenti navali, alla costruzione di carrozze e vagoni ferroviari, motori, tram e carrozzerie speciali per autocarri. Durante la seconda guerra mondiale, l’Azienda divenne uno delle più importanti produttrici di aerei bellici e proprio per questo lo stabilimento fu un obiettivo strategico da distruggere. La ricostruzione dei capannoni di Pontedera fu ad opera di Enrico Piaggio, figlio di Rinaldo, che tuttavia optò per una riconversione industriale. La sua idea divenne quella di realizzare dei piccoli veicoletti a due ruote che andassero bene per le donne, gli uomini ed i preti e fu così che incaricò i suoi progettisti di creare un veicolo che diverrà presto un mito: la Vespa
Al geniale Corradino D'Ascanio, Enrico Piaggio dette l’incarico di affinare un primo prototipo, detto Paperino. Il progettista aeronautico, poco amante dell’allora mezzi a due ruote, le motociclette, prese spunto proprio da tutto ciò che per lui era scomodo di quei veicoli ( gomme troppo grosse e difficili da cambiare, mezzi troppo ingombranti e scomodi) e li adeguò alle sue conoscenze aeronautiche. Rese la guida più semplice pensando ad un cambio sul manubrio, per una più semplice sostituzione delle ruote ideò un braccio di supporto simile ai carrelli degli aerei. E infine creò una carrozzeria capace di proteggere il guidatore e di impedirgli di sporcarsi o scomporsi nell’abbigliamento. Da questo progetto nacque un mezzo che con il “Paperino” non aveva più nulla a che vedere: un veicolo a due ruote, originale e rivoluzionario. Era il 1946 quando Enrico Piaggio, davanti a quel prototipo dalla “vita stretta” e dalla parte centrale ampia per accogliere il guidatore, esclamò: «Sembra una vespa!». E Vespa fu.
Pensata inizialmente come principale mezzo di mobilità degli italiani divenne poi negli anni ’60 un mezzo ideale per gli spostamenti dei giovani, quasi un elemento di trasgressione e di contestazione. Superata quell’epoca, la Vespa modificò il suo principale uso e diventò un “veicolo da sfizio”, un qualcosa legato ad uno stile di vita per vecchi nostalgici ma anche per giovani che volevano assaporare il piacere della “lentezza” negli spostamenti.
Il mito della Vespa è un qualcosa che vive ancora e che porta con sé tanti sentimenti che spaziano dalla “creatività individuale” dei progettatori, al “Made in Italy” ovvero la cultura del bello e ben fatto ma più che altro tutta la passione messa a disposizione nel costruire mezzi a due ruote pensati per chi dovrà guidarli. All’interno del Museo Piaggio tutti questi sentimenti si respirano semplicemente passeggiando ed ammirando tutti quei “pezzi unici” che hanno fatto la storia di questa grande azienda italiana. Per chi volesse perdersi in questo mondo incantato: http://www.museopiaggio.it/index.html

Daria Lami

 

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