Ancora Platone? Ancora il Simposio? Eppure c’è molto che ancora possiamo ascoltare e rimeditare in questa nostra epoca di trasformazioni sempre più veloci e di fluidità cangianti. Cambia la nostra antropologia, cambiano le forme del desiderio e della soggettività. E proprio per questo abbiamo allo stesso tempo bisogno di confrontarci con quell’alterità radicale che è l’antico, mettendo in discussione i nostri paradigmi, le nostre emozioni, i nostri corpi. Che cosa ci sussurrano i discorsi pronunciati quella notte famosa ad Atene?
Venerdì 14 febbraio alle 18.30, la Biblioteca delle Oblate - Sala Storica Dino Campana – in via dell’Oriuolo 24 a Firenze ospita Davide Susanetti, professore di Letteratura greca all’Università degli Studi di Padova, con il suo “Quei discorsi d’amore. Leggendo il Simposio di Platone” (Carocci). L’autore dialoga con Matteo Abriani; letture a cura di Giulia Cavallini; sonorizzazioni di Cristina Italiani.
Evento inserito nell’ambito della rassegna Identities. Leggere il contemporaneo, giunta alla VIII edizione e organizzata dall’Associazione culturale La Nottola di Minerva.
Una sera ad Atene nella casa del bellissimo Agatone. Ospiti d’eccezione, figure di un’élite intellettuale che anima la città. Le parole fluiscono e si intrecciano in una polifonia che ancora ci interroga e ci procura vertigine. Il fuoco bruciante dell’eros che investe anime e corpi, la passione per il teatro e per la poesia, la suggestione dei miti antichi, la visione della natura e l’etica della città. Che cosa desideriamo davvero quando desideriamo? Dove ci porta quella singolare forza che, spesso confondendoci, attraversa e muta la nostra vita? Seduzione di incanti, ma anche vicoli ciechi ed aporie in cui l’esistenza si infrange.
Groviglio di emozioni mortali in cui talora risuonano voci divine. Norme sociali e prospettive che si slargano all’universo. Storie d’amore, ma anche sentieri impervi di un’iniziazione che conduce al di là dell’umano. Le vicende della storia e lo schiudersi di una quarta dimensione che evade spazio e tempo. L’avvinghiarsi ansante dei corpi e la contemplazione di forme assolute. Leggere Platone è esperienza destabilizzante che dissolve i luoghi comuni.
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