Ad aggiudicarsi il Premio speciale alla XVII edizione del Premio Letterario Nazionale Giovane Holden il libro “Il coraggio dei vinti” del pratese Francesco Bianchi. La giuria, presieduta da Maria Teresa Landi e Luciana Tola, ha dato la seguente motivazione all’importante riconoscimento: Ripensare alle nostre tragedie può essere d'aiuto affinché gli errori del passato inorridiscano le menti, evitando il ripetersi di momenti assurdi. Mai abbassare la guardia. I romanzi, fortunatamente, ci sono anche per aiutare a mantenere viva la memoria. E la vita di tutti i giorni quella che l'autore con Il coraggio dei vinti racconta. La quotidianità in un momento difficile della nostra storia del Novecento, di quel secolo, che seppur definito breve (con una accezione diversa da quella qui utilizzata), ha subito il peso di due guerre mondiali e, per il nostro Paese, breve non lo è stato per niente. Sono i mesi successivi all'armistizio di Cassibile e la vita della famiglia dei mezzadri Carloni (tre giovani e i rispettivi genitori) viene sconvolta. È l'esperienza assaporata dalla stragrande maggioranza degli italiani: lutti, tragedie, deportazioni, scontri tra appartenenti alla stessa comunità schierati su fronti diversi. E c'è un canto che Francesco Bianchi ha scelto come contrappunto alla narrazione. È lo stesso canto conosciuto dalla famiglia Cervi. Fortunatamente, per i fratelli Carloni la sorte ha indirizzato gli eventi verso una conclusione diversa riservata agli altri coetanei. La scelta operata dall'autore di enucleare, in mezzo a tanta sofferenza, la presenza di gesti di umanità, appare fortemente positiva.
Con un taglio quasi giornalistico, immediato e diretto, la narrazione trasporta il lettore nel difficile percorso dei tre fratelli protagonisti e della loro famiglia durante gli eventi della seconda guerra mondiale. Grazie a una forte scorrevolezza del testo l’ambientazione è un continuo susseguirsi di situazioni e luoghi differenti che, molto spesso, si incrociano e intersecano. Una storia dalla forte dimensione europea: oltre a essere ambientato a Roma, lungo la via Francigena, nella Toscana contadina, sul lago di Garda e nella città di Firenze si svolge anche a Tolone, a Norimberga, a Innsbruck e, naturalmente, a Grieshiem, luogo di deportazione. Proprio il viaggio europeo che si compie durante la lettura è l’elemento di profonda ricerca realizzata dall’autore. Un viaggio che, alla fine, è stato comune per molti dei 600.000 internati italiani, deportati nei campi lager del terzo Reich per non aver voluto combattere a fianco dei nazi fascisti. Il romanzo è tratto da documenti originali del periodo rintracciati grazie al supporto della banca dati tedesca Arolsen e dell’Archivio di Stato. Documentazione unica che chiude il ciclo della storia dalla chiamata alle armi da parte della Repubblica di Salò al campo di transizione di Kassel, in Germania; dal campo di prigionia di Greisheim fino al ritrovamento dei superstiti nella caserma di Norimberga.
www.francescobianchiautore.com
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