Vasta è la letteratura che, lungo il tempo, ha raccontato il Palio di Siena; non esclusa la poesia, che per sua natura è l’arte dell’indicibile. Cominciò nel 1783 Vittorio Alfieri componendo rime che bene coglievano la rattrappita tensione della Mossa (“Eccoli al teso canape schierati…sol l’un l’altro emulando in vista irati”) finché – scrive l’astigiano – un suono di tromba “al sospirato aringo apre lor via” e “de’ sonanti piedi il ciel rimbomba”. (...)
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