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Nelle pagine di un libro la verità sulla scomunica di Castiglione d’Orcia

08/09/2008

Correva l’anno 1339 e a seguito di alcuni screzi per motivi di confine tra la popolazione di Castiglione d’Orcia e la comunità dei monaci del Vivo, culminati in un’irruzione a mano armata all’interno del monastero amiatino, venne pronunciata dalla Chiesa una “scomunica” nei confronti del borgo di Castiglioni e dei suoi abitanti. Tutta la verità su questo singolare evento è stata raccontata in un libro, curato dall’Associazione storica e culturale “Societas Tintinnani”, dove sono raccolti tutti i documenti originali che riguardano l’accaduto. Il volume ha visto l’indispensabile contributo dei professori Gianguido Piazza e Zelia Grosselli, storici e studiosi della Val d’Orcia antica, che hanno recuperato e tradotto le fonti documentarie latine dell’epoca, e di Mons. Roberto Malpelo, docente di Diritto canonico presso il Pontificio Seminario Regionale “Pio XII” di Siena, che ha curato un’introduzione ai documenti che riportano in vita il lontano episodio. Nella tradizione popolare dei Castiglionesi, questa scomunica, mai ufficialmente revocata, incombe ancora oggi sul paese, quasi fosse una sorta di antica maledizione, e sarebbe stata la causa di disgrazie vicine e lontane nel tempo.

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