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L’arte nipponica irrompe a Firenze con “Tourbillon”, la prima grande mostra italiana dell’artista giapponese Masaaki Miyasako. L’esposizione sarà inaugurata il 20 maggio nelle sale dell’Andito degli Angiolini della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti. Curata da Junji Ito e presentata lo scorso anno al Museo storico di Budapest e al Museo dell’Oriente di Lisbona, l’esposizione arriva adesso a Firenze sino al 29 giugno.
A Firenze il leader del recupero della tradizione - In mostra saranno proposte 30 opere, per lo più di grandi dimensioni o composte in pannelli. Provenienti dai più grandi musei giapponesi e in parte anche da collezioni private e dall’ultima produzione dell’artista, i dipinti rappresentano appieno l’estetica di Miyasako, considerato in Giappone il leader del recupero della trazione, ma anche uno dei pittori più innovativi del momento. Estetica che viene con gioia presentata proprio a Firenze, dove ebbe inizio la concezione moderna dell’arte.
L’arte giapponese nel mondo contemporaneo - Una delle caratteristiche principali dell’arte nipponica antica è la levità e la maestria dell’esecuzione, caratteristica a cui Miyasako si attiene totalmente, toccando vette di raffinatezza minimalista. L’artista tuttavia entra con decisione nella contemporaneità, sfiorando persino l’Informale, nella sua rivisitazione dell’armonia tradizionale, delle forme e degli accostamenti cromatici, che propone in modo totalmente proprio. In Occidente l’influenza dell’arte nipponica fu enorme. Le stampe giapponesi arrivarono in Olanda attraverso la compagnia delle Indie e da lì si diffusero in tutta Europa. Le scene di vita quotidiana, la loro rappresentazione in modo bidimensionale, con una stesura del colore piatta, totalmente priva di chiaroscuri, dettero vita al fenomeno artistico del Giapponismo, che grande influenza ebbe sull’Impressionismo che stava nascendo. Le stampa Ukiyo-e furono d’ispirazione per Van Gogh, Monet, Manet, Degas, Renoir, Pisarro e anche per Klimt e poi per l’Art Nouveau. Da allora, però, sembra che l’arte giapponese si sia fermata, senza trovare il coraggio di entrare nel mondo contemporaneo. Non è così per Masaaki Miyasako..
Il dettaglio dello Urazaishiki - Professore alla Tokyo University of the Arts, dove si è anche specializzato in restauro, Miyasako ha una padronanza delle tecniche artistiche totale. Gli effetti che riesce a raggiungere sono sottili, umbratili e le tecniche che utilizza sono complesse e di origine antichissima. Esemplare in questo senso è il suo ricorso alla Urazaishiki, una tecnica utilizzata in genere nella pittura dei tessuti, che comporta l’applicazione del colore anche sul retro del supporto. I soggetti fluviali, le campagne, i dettagli che rappresentano il trascorrere delle stagioni richiamano la grande lezione di Hokusai e soprattutto di Hiroshige, ma la cultura figurativa dell’artista non distoglie il suo sguardo dalle mille occasioni offerte dalla vita di tutti i giorni. Così accanto ai tradizionali paesaggi giapponesi, ecco comparire visioni ravvicinate di donne, uomini, animali, frutta e fiori, dipinti con finissime sfumature cromatiche che quasi ricordano Bonnard.
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