Una donna invasa dalle voci di dentro, in cerca di una pace che è ormai impossibile da raggiungere, tormentata come è dai fantasmi del passato. È la Medea che Valentina Banci porta in scena a Sesto Fiorentino il 18 febbraio in un’originale rivisitazione della celebre tragedia dal titolo “Medea. Un soliloquio” (ore 21 – Teatro della Limonaia).
Lo spettacolo - Tutto è già accaduto, ma ossessivamente la voce interiore chiede: uccidere Giasone o Creusa, la sua nuova sposa? Uccidere i figli? O uccidere tutti e morire pazza e bruciata viva dal fuoco del Sole, suo padre? La Medea di questo soliloquio è una donna sola, oltre la sofferenza, umanissima nella sua disperazione infinita. «Ho cercato di scendere con lei negli abissi della pazzia – spiega Banci – e della fine della speranza per capire come una donna possa arrivare a compiere quel gesto estremo. E benché sia impossibile da perdonare, mi sono sorpresa ad asciugare le sue lacrime, perché ogni essere umano solo, lontano dalla sua cultura, esule in terra straniera, ripudiato, odiato, a cui sono stati strappati brutalmente i sogni più grandi, può perdersi e finire in un buio tale da non credere più neppure nell’amore per i figli. Per ricordarci che in fondo, come ci dice Jaques Lacan “Medea siamo noi “».
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