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Le tracce che se ne rinvengono nei libri di storia sono così esili da averlo ridotto ad un fantasma senza nome. Sulla figura dell’inglesino di affascinante aspetto che nel primo pomeriggio – mancavano pochi minuti alle 16 – del 10 settembre 1943 fu visto sbarcare nel porto di Brindisi dalla nave corvetta “Baionetta” al seguito di re Vittorio Emanuele III, in fuga da Roma con familiari, membri del governo e uno sparuto gruppetto di militari, le indagini sono state molto avare. L’agente speciale ammesso alla spaurita corte che aveva abbandonato in fretta e furia Roma, a poche ore dal fatale 8 settembre, era il ventiquattrenne Cecil Richard Dallimore-Mallaby, più semplicemente Dick Mallaby, nato a Ceylon e fattosi toscano dal 1925, da quando il padre aveva preso stabile dimora a Poggio Pinci, presso Asciano, al limite delle Crete senesi, in un’austera villa lasciatagli in eredità dalla marchesa Elisabetta Mallaby.
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