La storia dell’amore perduto di un grande romanziere per interrogarsi sul rapporto tra memoria e scrittura. È in vendita da oggi “La musa di Hemingway. Memorie e tormenti di Adriana Ivancich” (Editrice Effequ), il nuovo romanzo di Nicola Mogantini.
La pubblicazione - Adriana Ivancich, scrittrice e disegnatrice di talento, conosce Ernest Hemingway a Venezia, nel 1948. Lei ha 18 anni, lui 50. Tra loro nasce una grande amicizia e un sodalizio letterario. Ispirato da Adriana, Ernest scrive Di là dal fiume e tra gli alberi e Il vecchio e il mare, che gli apriranno la strada al Nobel. Ma la relazione porta con sé anche tante, troppe maldicenze: Adriana si sente schiacciata e l’amicizia s’interrompe. Ernest qualche anno dopo si suicida. Lei, da allora, vuole solo dimenticare. Ma dimenticare significa rinunciare a una parte di sé e scivolare, inesorabilmente, nella depressione: non bastano una vita agiata, un marito, dei figli; non riempiono il vuoto. Ricordare diventa perciò necessario, e lo strumento per dare forma a questi ricordi e ricongiungersi con se stessa è proprio la scrittura. L’esito, tuttavia, non sarà quello sperato. "C’erano le sue lettere, certo, ma che cosa confermavano, in fondo? Solo che nei momenti in cui le aveva scritte provava amore per lei. Momenti, attimi, che sono preceduti e seguiti da altri attimi. La scrittura fissa le parole sulla carta. Vuole rendere immutabile ciò che per sua natura è mutevole. La scrittura dunque inganna. Questo Ernest non glielo aveva mai detto".
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