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“Bene in vista” è il titolo del Salone del Libro in corso in questi giorni a Torino (chiusura 12 maggio). “Bene” inteso come capacità di farlo a sé e agli altri, magari aiutati da una buona lettura, come ha detto nella sua lectio introduttiva la madrina Susanna Tamaro. E le occasioni di fare del bene non mancano qua al Lingotto. Dove un tempo c’era la Fabbrica Italiana delle Automobili di Torino oggi ci sono i libri: romanzi, saggi e guide al posto delle catene di montaggio; mentre lettori e scrittori hanno sostituito definitivamente gli operai. La cultura che sostituisce la fabbrica. Tra qualche anno capiremo se questo sarà stato un bene per l’Italia.
Nella edizione numero ventisette, quella dell’annunciato record di visitatori a soglia 400mila, gli editori toscani e senesi hanno messo bene in vista i loro titoli. E l’attenzione dei visitatori non è mancata nello spazio di toscanalibri.it che ha corredato lo stand con alcune delle immagini più simboliche. Ben in vista c’erano Volterra, San Gimignano, i cipressi in duplice filar, la laguna di Orbetello, la terrazza Mascagni, piazza dei Miracoli e Monteriggioni che di torri si corona. Un bene e una gioia per gli occhi.
Il Salone di Torino è anche la migliore occasione per presentare nuovi titoli. Betti editrice ha proposto una nuova lettura della vita di Galgano Guidotti da Chiusdino, un cavaliere che scelse di piantare la spada e mettersi a fare del Bene (Il Santo Cavaliere di Gerardo Lonardoni), come fece il Bene Caterina Benincasa, raccontata in “La Santa dell’Oca” di Alessandro Falassi. Ha destato curiosità al Salone anche il volume di Aska edizioni dedicato alla storia di un regista da Oscar prima dell’Oscar, Paolo Sorrentino nel libro di Franco Vigni “La maschera, il potere, la solitudine”. Un volume non “confezionato” dopo la prestigiosa statuetta di Los Angeles per “La grande bellezza” ma un’analisi attenta sulla cinematografia del regista napoletano,a partire da quel cortometraggio (di 2 minuti) titolato “Un Paradiso” e presentato nel 1994 al Festival di Capalbio. Alessandro Bini invece con racconta come “Mi trovo bene ma non mi cerco mai” (Mauro Pagliai editore), raccolta di brevi racconti che fanno sorridere sul nostro sopravvivere nella cruda realtà del quotidiano.
Ma i libri aiutano anche a viaggiare bene, diciamo a viaggiare seguendo una meta. Una la propone Selma Sevenhujsen con il suo “Il sorriso della Sirena” (Edizioni Effigi). Olandese di Amsterdam, è arrivata nella terra degli Etruschi e se n’è innamorata. Qui, in quella terra di mezzo tra Toscana e Lazio, tra Maremma e colline viterbesi, è rimasta prigioniera del labirinto di quell’antico popolo ed ha cominciato a frequentarlo. Ci propone così gli eroi mitici, i mostri e gli antichi dei, e soprattutto quella sirena a doppia coda che incontrò casualmente sulla facciata di una chiesa. Ultima meta proposta in queste novità torinesi il volume dedicato alla conoscenza del Brasile, che tra qualche mese sarà sotto i riflettori del mondo, non solo del pallone. Editrice Effequ ha presentato “No Paìs do futebol” di Bruno Barba, con lui anche il giornalista Darwin Pastorin. “Io odio Barba perché ho scoperto che sul Brasile ne sa più di me che in Brasile ci sono nato. Questo libro ci fa scoprire la vera ricchezza del paese verdeoro: il meticciato. Quell’amalgama di razze e culture che garantisce, tra l’altro, la fantasia che nel calcio a volte diventa pura poesia. Anche il calcio quando è poesia può fare del bene.
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