L’uso politico dell’antichità per comprendere cosa ci lega a Greci e Romani

Prosegue la rubrica di Toscanalibri curata da Duccio Rossi "Perchè leggere i classici": un ciclo di interviste a docenti universitari, dottori di ricerca, filosofi, scrittori e poeti sul valore dei grandi pensatori latini, greci e non solo. Ma anche un modo per confrontarci con quel passato remoto che, in quanto classico, si sovrappone spesso con il nostro presente

Questo mese abbiamo intervistato Giusto Traina che insegna Storia romana alla Sorbona di Parigi e si occupa principalmente di storia militare e geopolitica antica, in particolare dei rapporti tra Roma e l’Oriente. Tra le sue molte pubblicazioni, Giusto Traina è autore del libro dal titolo “I Greci e i Romani ci salveranno dalla barbarie” (Editori Laterza, 2023).

 “Stiamo lasciando volontariamente aperte le porte della nostra civiltà ai barbari, dimenticando le nostre radici greche e romane? O forse siamo noi i barbari, quando utilizziamo il nostro passato per giustificare il peggio della nostra civiltà? Ecco un piccolo ‘libro nero’ sull’uso politico dell’antichità, che ci aiuta a comprendere cosa c’è di vivo e cosa c’è di morto nel nostro legame con i Greci e i Romani”.
(dalla quarta di copertina)

“Il libro ha un titolo ovviamente provocatorio. Sono sicuro che qualcuno lo ha comprato pensando veramente di trovarvi all’interno una lettura dei Greci e dei Romani come una sorta di panacea contro la barbarie, rimanendo così inevitabilmente deluso. Ma sono sicuro che molti altri, invece, hanno capito subito qual è il vero messaggio del titolo e quindi del libro. Noi non dobbiamo liberarci dai Greci e dai Romani, né tanto meno averne paura. Si tratta piuttosto di vivere con loro in un modo diverso rispetto a quanto abbiamo fatto nei periodi precedenti. Questo perché, fino ad oggi, il dialogo con i classici non si è mai interrotto ma adesso, invece, sembra essere decisamente in crisi”.