Dopo l’esordio con “Il coraggio dei vinti” (Curcio Editore) - pluripremiato da concorsi letterari come il Premio Internazionale Cristina Campo di Rovigo, Il Premio 18 Maggio in Ciociaria, Il Premio Giovane Holden di Viareggio, il Premio letterario di Salsomaggiore, il Premio Caravaggio e Monte Argentario -, lo scrittore fiorentino Francesco Bianchi, che vive a Prato ormai da oltre venti anni, ha pubblicato ora il secondo romanzo storico, edito sempre da Curcio Editore. Si tratta di “Cefalonia, l’ultima speranza” e tratta sempre un tema storico della Seconda guerra mondiale, l’Eccidio di Cefalonia, in un modo però particolare e cioè con una storia a doppio binario che si svolge in parte nel periodo contemporaneo, con protagonista Saverio, e in parte nel periodo dell’Italia degli anni ’40, con il soldato Gildo.
La storia parla di Saverio, un giovane che lavora nell’azienda di famiglia, e che rientra da un breve soggiorno in Grecia. L’anziana vicina, sapendo del suo viaggio, gli confida di avere un fratello disperso durante l’eccidio di Cefalonia ma di non essersi mai rassegnata alla sua morte. Inizia così un forte interesse del ragazzo nella storia di Gildo, il disperso, mentre la sua vita entra in un vortice di situazioni negative tra cui il fallimento dell’azienda di suo padre, la separazione dei suoi genitori e dalla ragazza con cui convive. Il faldone di lettere dalla trincea, che la vicina gli cede per studiare la storia del fratello, costituisce il mezzo per uscire dalla tragicità quotidiana. Dalla corrispondenza del soldato esce un ritratto inaspettato di campi militari in Albania e occupazione a Cefalonia e la vita del militare si intreccia con affari e questioni di famiglia incredibilmente vere. Dopo una serie di viaggi in terra greca il giovane trova una pista in cui Gildo potrebbe essere stato salvato dai partigiani greci, i famigerati andartes. Una testimone dell’epoca, ancora viva, ha interessanti informazioni che portano al Monte Athos, uno stato autonomo teocratico considerato il cuore dell’ortodossia e ancora oggi vietato alle donne. Una vicenda ispirata a una storia vera che ripercorre luoghi ed eventi del passato ad ottant’anni dall’Eccidio di Cefalonia.
Come nel precedente romanzo, anche in questo c’è una componente di ricerca fatta con il supporto dell’Associazione Mediterraneo di Cefalonia. Come inedito e con il titolo provvisorio di “L’ultima lettera dalla Grecia”, il romanzo in uscita ha ottenuto l’Attestato di particolare merito al Premio Mangiaparole 2023 (VII edizione): attraverso un sapiente approccio narrativo, dolorose vicende del passato si legano alla vita presente. Una storia per non dimenticare la drammaticità della guerra e la vita dei militari in prima linea.
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