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L’8 settembre 1943 è una di quelle date che non si possono dimenticare. È uno dei momenti più tragici della storia italiana. Una brutta storia che la letteratura, anche filmografica, ha cercato di interpretare e valutare, ma che ha sempre lasciato nel dubbio soprattutto riguardo al lacunoso ordine impartito da Badoglio alle truppe sparpagliate a fianco delle truppe germaniche in tutti i fronti aperti della Seconda Guerra Mondiale. “Ogni atto di ostilità contro le forze anglo americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza”. L’equivocità del comunicato sconvolse e coinvolse tutti: militari e non. A distanza di settanta anni da tale evento una preziosa pubblicazione scritta da Gianluca Barneschi e uscita la scorsa estate dal titolo “L’inglese che viaggiò con il re e Badoglio” (Leg edizioni) – che sarà presentato sabato 14 dicembre alle 17 al Museo Amos Cassioli di Asciano - porta alla luce inedite notizie sugli avvenimenti che portarono allo “sbandamento” dell’esercito, al “Tutti a casa” con le conseguenze che ne derivarono.
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