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Il Rinascimento fiorentino in 140 capolavori restaurati, dal 23 marzo a palazzo Strozzi

21/03/2013

Luca Bottura

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Il Rinascimento di Firenze raccontato in 140 capolavori, molti dei quali sculture in mostra a Palazzo Strozzi. Da sabato 23 marzo al 18 agosto il palazzo storico fiorentino sarà sede della mostra ''La Primavera del Rinascimento. La scultura e le arti a Firenze 1400-1460'', concepita e realizzata in stretta collaborazione con il Museo del Louvre. Dopo la sede fiorentina, l'esposizione si terrà a Parigi, al Museo del Louvre, dal 26 settembre al 6 gennaio 2014.

Capolavori in mostra - La rassegna, divisa in dieci sezioni tematiche, riunisce una gran quantità di capolavori assoluti, provenienti da musei di tutto il mondo: opere di qualità straordinaria che illustrano come il Rinascimento in scultura preceda e influenzi, a Firenze, tutte le altre arti, compresa la pittura. Attraverso opere del Ghiberti, di Donatello, di Nanni di Banco, Luca della Robbia, Nanni di Bartolo, Agostino di Duccio, Michelozzo, Desiderio da Settignano, Mino da Fiesole, ma anche attraverso dipinti di artisti come Masaccio, Filippo Lippi, Andrea del Castagno, Paolo Uccello, la mostra mette in luce il ruolo guida che la scultura ha avuto nella prima metà del Quattrocento per la nascita e lo sviluppo del linguaggio rinascimentale e la sua incidenza soprattutto sulla pittura fiorentina contemporanea. Opere celeberrime, che sono da sempre nell'immaginario collettivo, dalle formelle del Brunelleschi e del Ghiberti per il concorso della seconda porta del Battistero di Firenze (1401), alle sculture monumentali di Donatello per Orsanmichele e per il Campanile, fino ai primi splendidi saggi di terrecotte invetriate di Luca della Robbia, mettono in luce anche la costruzione del ''mito'' di Firenze, che in quegli anni si propone con orgoglio non solo come la ''nuova Roma'' e la ''nuova Atene'', ma anche come la ''nuova Gerusalemme''.

Restauri preziosi - Curata da Beatrice Paolozzi Strozzi, direttore del Museo Nazionale del Bargello, e da Marc Bormand, conservateur en chef al dipartimento di Scultura del Museo del Louvre, la rassegna ha permesso un'ampia e fondamentale campagna di restauri in Italia e in Francia che permetterà al visitatore di ammirare molti capolavori rinascimentali, tornati a 'nuovo splendore': su tutti, il San Ludovico di Tolosa di Donatello, in bronzo dorato, smalti e cristalli di rocca, simbolo del genio sperimentale di Donatello, che fu anche nella tecnica un precursore della modernità.

La mostra -  Divisa in dieci sezioni, l'esposizione inizia con una suggestiva panoramica sulla riscoperta dell'Antico, attraverso esempi illustri della ''rinascita'' fra Due e Trecento, con opere di Nicola e Giovanni Pisano, Arnolfo di Cambio, Giotto, Tino di Camaino e dei loro successori, che assimilano anche la ricchezza espressiva del Gotico, in particolare di origine francese. L'''età nuova'' si apre assieme al nuovo secolo: il 1401 è l'anno della realizzazione dei due rilievi con il Sacrificio di Isacco di Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi per la seconda Porta del Battistero (dal Bargello), che insieme al modello della Cupola brunelleschiana (dal Museo di Santa Maria del Fiore) riassumono al più alto vertice espressivo il momento fondante del primo Rinascimento.

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