Tornano le beffe, le burle, le birbonate, gli scherzi da prete del piovano Arlotto, vissuto nel 1400 tra Firenze e Pratolino, alle porte del Mugello, e presto diventato popolarissimo nel resto della Toscana, in Italia e in Europa in seguito alla sorprendente schiettezza del suo carattere. Le vicissitudini del prete senza peli sulla lingua, che non chinava il capo di fronte all’arroganza e sempre in vena di combinarne una o di andarsela a cercare, sono state rese gradevoli alla lettura grazie infatti alla paziente cura del giornalista Alfredo Scanzani che, nel rispetto dell’originale biografia scritta in volgare, cioè nella lingua parlata dal popolo alla fine del XV secolo da un amico del sacerdote, ripropone oggi “Il pretaccio Arlotto” (Giorgi Libri) con uno stile semplice, felice, capace di avvincere il lettore e far godere a chiunque il diario delle facezie di un religioso davvero unico nel saper accettare e combinare un tiro mancino, e nel saper trasformare l’ironia in sottilissima arma nella difesa dei più deboli. Il volume verrà presentato giovedì 10 novembre alle ore 18 alla Libreria IBS+Libraccio di Firenze in via De’ Cerretani. Insieme al curatore sarà presente Titti Giuliani Foti, giornalista della Nazione. Letture a cura di Fabio Baronti Compagnia delle seggiole.
La storia - Arlotto frequentò la famiglia dei Medici, altissimi prelati e parecchi uomini di potere, distinguendo serenamente il grano dal loglio, giacché niente doveva a nessuno per via dell’innata abilità negli affari. Per rendersene conto basta scorrere le pagine delle oltre duecento avventure del Pretaccio, tra cardinali e gaglioffi, nobili e contadini, matti, ladroni e rompiscatole, educate cene con Lorenzo e Giuliano de’ Medici e chiassosi desinari con gli amici, i simpatici rimproveri del vescovo Antonino, corsari e beccai, i sospetti dei becchi e raggiri delle puttane, osti, cani, gatti, topi, asini e polli, giudici e crapuloni, frati e colli torti, tasse, vigliacchi, re e tromboni, filosofi, ubriachi e scansafatiche, altari e osterie, pidocchi, topi, allocchi e cavalli, avari, tradimenti, miracoli, buffoni e lussuriosi giocattoli, strani peccati commessi dall’uomo e caparbiamente assolti dalle donne. E ancora tante, tanti altri avvenimenti e fatterelli da leggere un po’ alla volta per sorridere e riprendersi un attimo dall’inquietudine e dal senso di impotenza che oggigiorno rischiano di sfrattare (e sarebbe un guaio) la speranza in un sistema sociale più equo e solidale.
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