In tema di letteratura teatrale la questione teorica è sempre stata quella di stabilire se un testo drammaturgico potesse avere o no autonomia letteraria a prescindere dalla sua rappresentazione scenica. Anche in considerazione del fatto che il teatro ha di per sé una “mobilità” attraverso cui i materiali scritti per essere recitati vanno frequentemente a finire nella letteratura, e viceversa. Il Novecento italiano ne vanta significativi esempi con Pirandello, Viviani, De Filippo, Fo. Tre uomini di scena – come ebbe a dire lo studioso Ferdinando Taviani – che divengono, appunto, anche uomini libro.
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