“Oggi abbiamo grandi questioni che oscillano tra Corte e Parlamento e che tengono le istituzioni in un clima di tensione. Il resto alla prossima puntata”. Così Giuliano Amato a Siena a margine della presentazione, organizzata dal nostro portale nell’aula magna dell’università per stranieri di Siena, del libro ‘Storie di diritti e di democrazia’ scritto a quattro mani con la giornalista Donatella Stasio. “Il compito è diventato più difficile negli ultimi anni dove il cambiamento va sul crinale di questioni nuove su cui le sensibilità sono molto diverse” - ha spiegato Amato parlando del ruolo della Corte. – “Se uno ti chiede di aiutarlo a morire è legittimo o illegittimo: c’è una norma penale che dice che è illegittimo, ma è illegittimo sempre? Qui è più complicato, le opinioni sono opinioni vere, vive, attuali e il Parlamento dovrebbe essere il primo in questi casi ad intervenire, ha più difficoltà magari a farlo e allora ci troviamo in una situazione come quella di oggi” ha spiegato il presidente emerito della Corte costituzionale.
Alla presentazione, moderata dal giornalista Michele Taddei, sono intervenuti anche il Magnifico rettore dell'Università per stranieri di Siena Tomaso Montanari e Mauro Moretti docente di storia contemporanea e storia delle relazioni internazionali dell'Università per stranieri di Siena.
“Costituzione vuole che il quorum per i giudici costituzionali non scenda mai sotto i tre quinti ed è un numero che vuol dire condivisione il che non significa necessariamente essere d’accordo ma essere partecipi di questa elezione. Ne faranno quattro ed è la situazione migliore per fare una mera lottizzazione” ha detto poi Giuliano Amato rispondendo ad una domanda sull’elezione dei giudici della Corte costituzionale. “E’ una situazione altrettanto ideale perché ciascuno presenti dei candidati che pur espressi dalla sua cultura politica riescono a trovare un qualche gradimento anche dagli gli altri. La storia dimostra che questo è possibile, perchè noi abbiamo avuto moltissimi giudici costituzionali eletti con anche molto più dei tre quinti. Speriamo che accada così” ha poi aggiunto Amato. “E’ essenziale che li facciano perché quattro in meno significa undici giudici che è il livello minimo previsto dalla legge perché la Corte possa decidere. Se rimangono in undici e uno rimane a casa perché ha l’influenza, la Corte è paralizzata. A questo punto li faranno tutti e quattro” ha spiegato poi l’ex presidente. “Parliamoci chiaro, non è che li vanno a scegliere su Marte o sulla Luna, in questo, maggioranza e opposizione sono sempre uguali e ciascuno cerca di collocare qualcuno che li identifica con la propria parte politico culturale” ha concluso.
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