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Settecento anni fa, sul finire del 1313, forse a Certaldo (forse a Firenze) nasceva Giovanni Boccaccio, figlio naturale di Boccaccio di Chelino, commerciante ricco e ambizioso (successivamente finito in malora) che provò a fare di quel figlio illegittimo prima un uomo d’affari, poi un uomo di legge. Tentativi falliti, perché il ragazzo, fin dall’adolescenza, mostrò spiccati interessi per le lettere. E se ne videro i risultati, tanto da divenire il maggiore narratore europeo nel panorama letterario del XIV secolo. Giovanni, dopo una vita non certo esaltante, sarebbe morto a Certaldo il 21 dicembre del 1375, in modeste condizioni economiche, pressoché in solitudine (l’unico vero amico, il Petrarca, era deceduto nel luglio del ‘74) accudito da una devota e buffa domestica. Il poderetto, da cui ricavava lo stretto necessario per campare, lo lasciò in eredità ai figli del fratellastro Jacopo. mentre destinò la sua biblioteca a Martino da Signa, monaco di Santo Spirito, con l’obbligo di permettere la copiatura dei volumi a chi lo avesse desiderato.
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