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Franco Biondi Santi, una vita spesa per il Brunello raccontata nelle pagine di “Questa è la mia terra”

08/04/2013

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Il mondo del Brunello di Montalcino resta orfano del simbolo di una dinastia secolare. È scomparso ieri, all’età di 91 anni, Franco Biondi Santi, erede di un’illustra tradizione familiare nell’universo dell’enologia che portò suo nonno Ferruccio ad essere considerato come il capostipite, nonché il creatore, di uno dei vini più rinomati e apprezzati al mondo. Franco Biondi Santi è stato forse colui che si è speso maggiormente per far arrivare Montalcino, e le sue uve di Sangiovese, all’attuale notorietà planetaria: nel 1934 Ferruccio Biondi Santi era stato riconosciuto dal Maf come «l’inventore del Brunello». Nel 1994 Decanter assegnò 10/10 (la perfezione) al 1891, vino che allora aveva 103 anni. Nel 1999 Wine Spectator annoverò la Riserva 1955 tra i «migliori 12 vini prodotti al mondo nel XX secolo». Franco Biondi Santi rimarrà per sempre una delle figure che più hanno contribuito all’eccellenza produttiva del Brunello e alla conoscenza di questo vino e di Montalcino nel mondo.

L’amore per il Brunello nelle pagine di un volume - La storia della famiglia Biondi Santi e il profondo legame con la terra senese è stata racchiusa nel libro “Questa è la mia terra. Franco Biondi Santi, Montalcino e il Brunello” (Protagon Editori) realizzato da Maurizio Boldrini, Bruno Bruchi e Andrea Cappelli, con il progetto grafico di Paolo Rubei e la redazione di Monica Granchi. «Quando parla della sua terra, Montalcino e del Brunello, che ormai lo connota, quando descrive quello spicchio di collina, che declina verso valle, cinta di vitigni di Sangiovese e con al centro la monumentale villa de Il Greppo, gli occhi gli si ravvivano e le mani carezzano quel legno che dà sapore ai suoi vini e sostegno alla vecchia tempra di gentiluomo di campagna. Il fatto è che questa terra è la sua vita e il vino è la catenella d’oro che ce lo tiene legato. Oggi molti fanno vino e i molti vini finiscono, spesso, per somigliarsi. I suoi vini no: nel colore, nel profumo, nel sapore, nell’impasto hanno la tempra d’altri tempi». Era questo Franco Biondi Santi secondo quanto scritto dai curatori del volume nella prefazione, titolata in maniera emblematica “L’alchimista che trasforma gli acini in oro liquido”. Il volume si compone di sei capitoli: “L’albero dei Biondi Santi”, “Il Greppo e la produzione del Brunello”, “Un legno speciale per il Brunello”, “Le antiche riserva e il rito della ricolma tura”, “Il vero Moscatello di Montalcino”, “Dalla Normandia alla rinascita di Sant’Antimo”. Pagine e pagine di testimonianze, documenti raccolti in numerosi archivi, foto, oggetti e lettere che vengono conservati con cura in un archivio di famiglia da consegnare alla storia.

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