Un saggio che indaga una stagione nella vita letteraria italiana nella quale i libri, soprattutto a Roma, nascevano anche attraverso un incessante confronto con colleghi e amici, in una circolarità d’esperienze e di vissuti in cui ciascuno scrittore molto dava e molto riceveva in relazione al “mestiere di scrivere”. Si tratta di “Storie d’amicizia e di scrittura”, il libro di Francesco Ricci edito da primamedia editore che verrà presentato mercoledì 21 luglio alle ore 19,00 a Grosseto (Fortezza medicea, sede Pro Loco, bastione della Rimembranza). Dialogano con l’autore Lucia Morucci e Agata Florio. Evento in collaborazione con l’Associazione Officina delle Idee.
Il libro - La scrittura viene spesso associata all’idea di solitudine, raccoglimento, silenzio. È all’interno della sua stanza-tana-cella monastica, infatti, che il poeta solitamente compone i suoi versi e la stessa cosa può dirsi del romanziere, del drammaturgo, del critico. Il momento della “socialità”, di conseguenza, sembra per lo scrittore iniziare sempre dopo, quando l’opera, ormai conclusa e pubblicata, è presentata al pubblico, divenendo oggetto di discussione e di giudizio. C’è stata, però, una stagione nella vita letteraria italiana – il trentennio che grosso modo inizia con la conclusione della seconda guerra mondiale – nella quale i libri, soprattutto a Roma, nascevano anche attraverso un incessante confronto con colleghi e amici, negli uffici di una casa editrice, in una trattoria, in un caffè all’aperto, in un appartamento privato, dove, in una circolarità d’esperienze e di vissuti, ciascuno scrittore molto dava e molto riceveva in relazione al “mestiere di scrivere”. In Storie d’amicizia e di scrittura Francesco Ricci si sofferma su otto dei maggiori protagonisti di quegli anni, distribuiti in quattro coppie: Giacomo Debenedetti e Umberto Saba, Natalia Ginzburg ed Elsa Morante, Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini, Cesare Pavese e Fernanda Pivano. Con loro, pagina dopo pagina, come in un romanzo, anche altri personaggi si fanno incontro al lettore (Italo Calvino, Giulio Einaudi, Carlo Emilio Gadda, Cesare Garboli, Leone Ginzburg, Carlo Levi, Alberto Mondadori, Enzo Siciliano) consentendogli di tornare a respirare il clima, fatto di coralità e di collaborazione, di quella stagione ormai lontana.
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