Balla instancabile su Youtube “Emma” la fidanzata dei senesi Pott Rum. In programmazione in più di mille radio e adesso anche in un video tutto girato a Siena, il singolo sulla fidanzata - bambola gonfiabile, sta riscuotendo grandi successi, tanto che sono in costante aumento gli utenti che lo seguono on line. Una storia lunga quella dei Pott Rum, correva l’anno 1996 quando in una cantina della Contrada del Drago i primi quattro componenti del gruppo scelsero il nome della band, ricaduta su una delle due cose che faceva loro compagnia in quel luogo, una bottiglia di Rum tedesco di marca, guarda il caso, Pott Rum. L’alternativa poteva essere solo il nome della marca del frigorifero che conteneva il Rum, la Sammontana! Un percorso musicale quello dei Pott Rum, che spazia dal Brit pop al Low-fi per arrivare al Rock, in un caleidoscopio di suoni, che rende il gruppo senese immediatamente riconoscibile. I temi dei loro brani affrontano tutti gli aspetti più vicini al post Generazione X, dai racconti surreali alle problematiche quotidiane, non mancando mai di affrontare l'amore, a volte descritto con ironia, altre con poesia, altre con la necessità di vivere per immagini com’è successo con “Emma”. Per conoscere meglio la band che con l’ultimo brano è diventata la sigla ufficiale di Area 24, un format web sul canale Alice, abbiamo incontrato il leader Jacopo Ricci e il regista e autore del videoclip “Emma”, Tobia Pescia.
Jacopo, vi definite “Sexy brutal pop band” cosa significa?
L'appellativo sexy brutal pop ci è stato dato dagli addetti ai lavori dopo aver ascoltato i nostri brani in particolar modo "Emma" che parla di una persona che sta con una ragazza bellissima perfetta ma un giorno muore per un buco nel braccio e alla fine si scopre che Emma era una bambolina di plastica comprata in un sexy shop.
Quali letture hanno maggiormente influito sul vostro percorso musicale?
Devo dire che i libri che maggiormente hanno influito sono in particolar modo i romanzi, soprattutto i satirici dai vari Alta Fedeltà a Jack Frusciante.
Qual è il rapporto tra musica e cultura?
C'è uno stretto legame tra i due, anche se la musica dipende totalmente dalla cultura. È la cultura che ti fa scrivere meglio, pensare meglio e agire in modo differente per non ricadere in qualcosa già risentito.
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LEGGERE E’…
Update
Con Tobia Pescia abbiamo indagato altri aspetti dell’attività dei Pott Rum, a partire dalla caratterizzazione grafica del gruppo, per arrivare al tipo di amore rappresentato dalla musica del gruppo.
Tobia, qual è il rapporto tra musica e immagini?
Esteticamente la nostra cultura musicale si è evoluta rispetto agli anni ’70, quando la musica era solo audio. Oggi un gruppo non può essere più definito senza le immagini, senza un’estetica video che trasmette contenuti. Ogni genere ha un’iconografia riconducibile al back ground culturale a cui fa riferimento, anche noi, con questo video ci riconduciamo ad una rappresentazione iconografica che ci connota. Il nostro gruppo è brutale nell’approccio musicale e ricercato nell’aspetto visivo. Nel video di “Emma” abbiamo messo in luce una Siena industriale che solitamente non è rappresentata. Gli scorci di Siena che compaiono nel video, potrebbero essere quelli di qualsiasi altra città industriale, globalizzata. A Siena il Palio, i negozi, le banche, si mescolano e si fondono nella città medievale. Il nostro video è un modo per dire “muovetevi”, per spingere a non ripiegarsi nella maglie rigide della città.
Quali sono gli obiettivi dei Pott Rum?
Adesso quelli di suonare il più possibile, di farci conoscere attraverso le esibizioni live e trovare il modo di incidere il seguito di Emma. Il nostro secondo album è pronto, serve solo qualcuno che voglia investire.
Com’è l’amore secondo i Pott Rum, e per te?
Il concetto di amore per i Pott Rum è stare insieme e volersi bene. Per me l’amore è la somma delle affinità elettive. In musica l’amore si rende con i contrasti, Jacopo Ricci che scrive i pezzi, si muove molto sui contrasti tra parole e musica. Nel video “Emma” per esempio facciamo il verso a Marco Masini, ovvero la nostra donna è finta è una bambola di plastica, il contrasto è evidente.
Che cosa rappresenta “Emma”?
Di fondo è un’autocritica all’immaginario maschile che vorrebbe la donna super in tutto, bellissima, formosissima, sempre accondiscendente, disponibile…. Emma è il simbolo dello stereotipo femminile che gli uomini sognano e di cui parlano sempre. Alla fine le donne sono belle perché ti dicono di no, ti rispondono a modo loro, hanno dei difetti, insomma perché sono vere.
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