Secondo appuntamento con il ciclo di eventi “Siena e il suo doppio”, organizzato in collaborazione con il Centro di semiotica e teoria dell'immagine “Omar Calabrese” e le associazioni culturali “Il Lavoro Culturale” e “Corte dei Miracoli”. Mercoledì 29 Aprile alle ore 17.00 nella Sala Storica della Biblioteca degli Intronati , nell’ambito della rassegna “Dar voce alla follìa”, si terrà la presentazione del libro di Giovanna del Giudice "E tu slegalo subito. Sulla contenzione in psichiatria" (Verlag). Per l’occasione, l'autrice dialogherà con Aldo Mazza, direttore delle edizioni Verlag, e Silvia Jop, redattrice di lavoroculturale.org.
Il volume - “La buona pratica non parte da un gesto generoso del medico verso la persona sofferente, gesto che può essere tradito mille volte al giorno da un dolore più o meno nascosto, da un’aggressività con o senza giustificazione, da una violenza che ferisce. La buona pratica è il risultato di una volontà collettiva di partire comunque dal rispetto e dalla libertà della persona che certamente proviene da una storia in cui questo rispetto e libertà sono venuti meno o non sono mai esistiti. La buona pratica cresce e si sviluppa attorno a questo nucleo centrale, da cui si dipana ogni altro inter vento.
La contenzione blocca questo sviluppo nell’atto stesso che parte dal massimo dell’umiliazione e della mortificazione della persona e ripropone la copertura della nostra incapacità ad affrontare diversamente la sofferenza e la violenza, con una risposta irresponsabile di violenza e di difesa di sé, di violenza da parte del più forte, e di chi è in condizione di porre una distanza fra sé e l’altro: il ruolo, le regole, l’istituzione, il potere. La contenzione blocca ogni passo successivo perché è il segno, il marchio del carattere dell’istituzione, terapeutica o sanitaria, dimostrando fin dall’inizio il suo carattere e i suoi metodi violenti, ignari di libertà. Segno e marchio che caratterizzano, per contaminazione, o rafforzano il sopravvivere di vecchie tradizioni, le case di riposo e i servizi per anziani, gli istituti per handicappati, i reparti di geriatria, di medicina… per facilitare l’immobilità, per preservare dal danno…di conseguenza per semplificare il lavoro degli operatori.” (Franca Ongaro Basaglia)
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