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Carlo Monni, noto comico fiorentino, uno dei simboli della toscanità cinema e teatro, si è spento ieri, a Firenze, dopo una lunga malattia. Aveva 69 anni, ed oggi, un’intera regione lo piange, insieme al mondo del cinema e del teatro italiano. La semplicità e la schiettezza, tipiche di un “Toscanaccio doc”, sono i caratteri che hanno contraddistinto la vita, prima della carriera, di Carlo Monni (leggi l’articolo completo su agenziaimpress.it).
Il volume - Tra i ricordi che si susseguono in memoria del comico, spicca quello di Francesca Fazzi, co-titolare della Maria Pacini Fazzi Editore di Lucca, la casa editrice che a giorni sta per far uscire l'ultimo libro di Carlo Monni scritto da Sandro Bartolini, dal titolo ''Baciami francese. Le avventure del giovane Carlo Monni''. «Accolgo con grande tristezza l'annuncio della scomparsa di una persona speciale con la quale attendevamo con entusiasmo e trepidazione questa imminente uscita che ora di certo si colora di una tristezza incolmabile. Si colora di tristezza l'inizio della serie di eventi promozionali in programma che sarebbe stato certamente colorato dalla fantasia del grande attore e che purtroppo oggi prende un sapore amaro».
Il libro - Nel volume Monni aveva voluto raccontare, nel suo solito modo scanzonato e irriverente come, in gioventù, avesse deciso di «principiare a fare il raccontatore solista sui palcoscenici», un autoritratto originale e ironico che oggi, a poche ore dalla sua scomparsa, si colora di una nota in più di malinconia. «Prima di partire per Roma con la combriccola che voi sapete, Roberto Benigni, Donato Sannini e Aldo Buti, avanti il disperato ritorno, solo soletto solitario, il qui presente spensierato signore, ebbe una lunga esperienza di lavoro internazionale - dice Monni nell'incipit del libro -. E udite! Udite! Prima di conoscere il mondo, mi formai tra i fossi e i campi, pieni di pruni, erbacce, ortica, bietola, cardellini e beccafichi, scriccioli e pettirossi, mota e bottino, seguendo i consigli del mio babbino».
Il racconto di sé - «Io, Carlo Monni, nato a Champs sur le Bisance, un passo alla volta, senza rendermene conto, diventai attore, un capo-comico, un istrione, un animale, una bestia da palcoscenico''. ''Oggi, nel nuovo secolo -prosegue il testo- passeggio per i teatri con Boccaccio e Dante, declamo di Farinata degli Uberti e del tenero ed incommensurabil amore di Paolo e Francesca. Mi vesto nei camerini, ansimo sui palchi per Pinocchio, con Ceccherini e Paci. Recito le Compilation 1-2-3, Falstaff e gli allegri compari dell'osteria del cinghiale, Dino Campana, il Lamento di Cecco da Varlungo e Benvenuti in casa Gori''. ''Ogni mattina, col sole o con l'acqua, scendo dal tram, alla fermata Paolo Uccello e se mi volto, vedo la cupola del Brunelleschi, laggiu' in fondo, nel mezzo al mare di Firenze. Macino chilometri, alle Cascine, compro pane e verdure in Oltrarno. Giro per i teatri, i bar, le feste, le piazze. Amo la compagnia degli amici, delle donne in miglior grado.Soffro, sbraito, mi lamento, rivolto le budella, piango, rido, mi sganascio! E' per la vita, triste e allegra, che mi vanto. Amoreggio! Mangio e bevo! E canto!», così si è descritto Monni nel libro.
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