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Dopo il successo del volume “Fate e Folletti della Toscana”, Matteo Cosimo Cresti torna ad occuparsi degli aspetti più misteriosi e fantastici della tradizione regionale toscana, con un nuovo libro pieno di splendide illustrazioni, ancora in veste di scrittore e illustratore. “Draghi, Streghe e Fantasmi della Toscana” (Il Pozzo di Micene Editore), in uscita oggi, giorno di Halloween, documenta un ricchissimo patrimonio di leggende che raccontano di creature immaginarie, dragoni, spettri, fattucchiere, serpenti giganteschi, sortilegi, santi impavidi e cavalieri valorosi della grande tradizione popolare e contadina.
La pubblicazione - Si va dal Basilisco all’arcidiavolo Belfagor, dal fantasma di Pia de’ Tolomei a quelli delle battaglie di Montaperti e di Campaldino, dalla Busdraga al drago sconfitto da San Donato ad Arezzo, dal rospo gigante ammansito da San Francesco vicino alla Verna alla nobile lucchese Lucida Mansi che strinse un patto col demonio. E, ancora, dal misterioso Serpente Regolo al mostro che si nasconde nel Lago dell’Accesa, dalla Volpe d’Oro al diavolo che costruì un ponte sul fiume Serchio, dalla Scabodda che ruba i dolciumi ai bimbi fino alla strega Trentacanna. Fantasmi, anime senza pace, dimore infestate, vecchie streghe, maghe ammaliatrici, demoni tentatori, draghi velenosi e diavoli gabbati disegnano sul territorio della Toscana una geografia di affascinanti novelle. In questo libro troverete leggende e curiose dicerie, il sapore di una tradizione rurale e patriarcale, che per secoli è stata trasmessa attraverso l’antico rituale delle storie “a veglia”. Grazie all’incredibile e variegato bestiario illustrato in queste pagine, scoprirete che la Befana ha trenta sorelle, che un drago spinoso presidiava l’Isola di Montecristo, che il Diavolo scatenò un cavallo infernale nel centro di Firenze, che in Alta Toscana si svolgono processioni di fantasmi, che una maga ha nascosto minerali preziosi sull’Isola del Giglio, che lo spirito di Baldaccio d’Anghiari si aggira per le sale di Palazzo Vecchio, che un serpente alato si nasconde nell’Orrido di Botri, che il Barone di Ferro cavalca ogni notte fra le vigne del Chianti e che a Tirli si conservano ancora le ossa del Drago di Malavalle sconfitto da San Guglielmo.
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