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Un manoscritto del Seicento che racconta un omicidio in convento. Sembra la trama di un thriller ma è la realtà. Il documento è riemerso a Lucca dagli scavi per il recupero del complesso di San Francesco nel centro storico della città e ora promette di rivelare dettagli preziosi per ricostruire la storia di Lucca.
Il giallo - Il testo raccoglie gli annali del Convento dal 1200 fino al 1700, redatto alla fine del '600 dal frate francescano Giovanni Francesco Biagi di Limano ed emerso dalla polvere, durante gli scavi che hanno accompagnato il recupero del complesso. Proprio da questo documento si e' venuti a sapere che il convento e' stato anche teatro di un omicidio, compiuto nientemeno che da due religiosi. Due frati, uno originario della Corsica, l'altro milanese che uccisero un ricco mercante francese che avevano accompagnato a Lucca. Lo fecero per rapinarlo, ma sembra anche che dietro al delitto ci fosse anche una storia di spionaggio che coinvolgeva la Francia. L'allora Stato della Chiesa chiese l'estradizione dei due francescani, forse per salvarli da una prevedibile condanna. Ma la Repubblica Lucchese fu irremovibile: i due vennero processati dentro le mura e condannati a morte. Vennero decapitati in piazza San Michele e le loro spoglie si trovano ancora sotto i gradini della chiesa per dare, allora, un messaggio chiaro: Lucca non era terra di scorrerie, ma una citta' libera, non ricattabile dai suoi potenti vicini.
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