L’editoria è esclusa dai finanziamenti del POR della Regione Toscana. Lo evidenzia Cna Toscana che sostiene la necessità e l’opportunità di dare impulso all’innovazione in questo settore e ne sollecita l’inclusione tra i destinatari degli aiuti della Regione.
Il presidente - La Cna Toscana considera molto positivo l’impegno della Regione nel destinare risorse economiche importanti all’esigenza di elevare le capacità competitive delle imprese. “Chiediamo alla Regione – spiega Manrico Romano, presidente Cna Comunicazione Toscana - di ampliare la gamma delle classi beneficiarie degli incentivi, includendo nel bando anche il codice Istat delle imprese che svolgono attività editoriale. Il settore dell’editoria è stato investito in prima persona ed ha reagito positivamente alle trasformazioni indotte dalle nuove tecnologie digitali e della comunicazione, ma necessita di sostegno per continuare ad innovarsi”. La diffusione dei media digitali ha ridisegnato ed allargato il mondo dell’editoria e della comunicazione, determinando la nascita di nuove imprese e professioni tecnologicamente molto avanzate, collocate in aree operative contigue e sotto molti aspetti sovrapponibili all’editoria, che ne stimolano l’innovazione. Sempre più frequenti sono le iniziative imprenditoriali che nascono dalla stretta collaborazione tra editoria e imprese informatiche e molte case editrici hanno avviato iniziative di ricerca e sviluppo. “La necessità di risorse finanziarie – continua Romano - resta il principale ostacolo all’innovazione del settore, per questi motivi è necessario che la Regione favorisca l’innovazione nell’editoria”.
L’editoria toscana - La gran parte del tessuto imprenditoriale dell’editoria toscana è composto da piccole e piccolissime imprese: quasi cinquecento imprese fra case editrici, studi e singoli professionisti indispensabili per la realizzazione di un prodotto editoriale. Il processo produttivo si svolge attraverso la rete di imprese: cooperazione con imprese specializzate, di norma anch’esse di piccole-medie dimensioni (studi editoriali, tipografie, ecc.) e altre ancora più piccole (grafici o fotografi). “Ogni fase del processo produttivo editoriale – conclude Romano - utilizza da tempo le tecnologie informatiche e, in questo nuovo scenario competitivo, l’innovazione rappresenta l’unica prospettiva di sopravvivenza e di crescita per i piccoli editori. E’ perciò indispensabile promuovere e sostenere progetti d’investimento mirati ad una collaborazione sempre più stretta tra il settore editoriale e quello delle tecnologie e dei servizi informatici”.
Simona Trevisi
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