“Alla ricerca del sè lungo la via Francigena. Il pellegrinaggio è diventato laico”. Parla lo scrittore Renato Stopani

Renato Stopani è un famoso autore di studi sulle strade del pellegrinaggio nel Medioevo. Il suo ultimo libro “Guida alla via Francigena. Storia e itinerari” (Editore Le Lettere) affronta in modo appassionato l’antica strada italiana e guida il lettore nello storico itinerario che dai passi alpini, dal Gran San Bernardo e dal passo del Moncenisio, portava a Roma.
Stopani oltre ad essere tra i massimi conoscitori della via Francigena, è anche direttore dell’unica rivista europea di studi e ricerche sul pellegrinaggio nel Medioevo “De strata Francigena. Studi e ricerche sulle vie di pellegrinaggio del medioevo”. La via Francigena è stata percorsa da migliaia di pellegrini soprattutto all'inizio del secondo millennio. La via documenta l'importanza del pellegrinaggio in epoca medioevale, che veniva percorso per lo più a piedi segnando 20-25 kilometri al giorno. Il viaggio aveva una connotazione religiosa, a volte anche penitenziale e prevedeva il pellegrinaggio ai luoghi santi della religione cristiana. La Toscana è segnata dalla Francigena trasversalmente, da Pontremoli a Radicofani, da tracce e testimonianze della principale arteria dell'Italia centrale del Medioevo. Il libro di Stopani accompagna il turista moderno tra i resti di selciato medievale, gli ospizi per i pellegrini, i ponti antichi, le magioni degli ordini ospitalieri e le chiese ricche di messaggi, segni e simboli del pellegrinaggio.

C’è un parallelismo tra la moltitudine di persone che in epoca medioevale partivano "alla ricerca della perduta Patria Celeste" e i turisti di oggi?
Nel Medioevo si viveva in una società sacrale, nella quale erano massicciamente presenti gli elementi religiosi. Oggi i pellegrinaggi sono improntati sul piano laico. Il turista moderno parte alla ricerca di se stesso, cercando il significato della propria esistenza. Nel Medioevo i valori sottesi alla Patria Celeste erano gli stessi che oggi attengono alla ricerca del sé. Oltre all’aspetto modaiolo, camminare nel silenzio è un buon mezzo per la meditazione e sospinge a pensare e fare chiarezza con noi stessi.
Come si affronta il viaggio per la via Francigena?
Occorre una buona dose di adattabilità. Le Regioni e i vari Comuni stanno realizzando percorsi a latere delle principali arterie di comunicazione. In ogni modo è necessario cercare nella carta topografica percorsi alternativi. Ad esempio nel viterbese, ho sperimentato personalmente la via che da Montefiascone conduce a Viterbo. Il selciato romano, sistemato e molto panoramico, è parallelo alla statale che costeggia il lago di Bolsena.
Quali sono le differenze tra la via Francigena ed altri storici percorsi come il cammino di Santiago di Compostela e la via per Gerusalemme?
La via Francigena è analoga al cammino di Santiago di Compostela, ambedue erano molto frequentate nel Medioevo. La Francigena era più importante per gli scambi commerciali e infondo è anche la via per Gerusalemme, perché continua per Roma e raggiunge la Puglia.
Studia la via Francigena dal 1984, possono ancora essere scoperti aspetti nuovi?
La via Francigena sta risvegliando nel turista moderno lo spirito romeo. Lungo il percorso si trova sempre qualcosa di nuovo. Le nuove scoperte verranno soprattutto dagli archivi storici. Attualmente conosciamo otto itinerari, sono auspicabili rinvenimenti di altri circostanziati percorsi.

Elisa Manieri

Sotto Torchio
ULTIMO LIBRO LETTO
“Firenze e le sue campagne nel Trecento” di Charles Marie de La Roncière
CONSIGLIEREBBE AI LETTORI
“Romanico rurale” di Renato Stopani in prossima uscita
AUTORE E LIBRO PREFERITO
“La Divina Commedia” di Dante Alighieri
LEGGERE E’
Scoprire e scavare anche in se stessi