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Albrecht Dürer come esempio per numerosi artisti, scienziati, eruditi che hanno osservato, letto, collezionato, copiato le sue opere. Parte da qui il volume “Albrecht Dürer nelle fonti italiane antiche (1508-1686)” a cura di Giovanni Maria Fara e edito da Olschki che sarà presentato a Firenze giovedì 29 maggio (ore 17 – Biblioteca degli uffizi). Oltre all’autore interverranno gli studiosi Filippo Camerota, Marzia Faietti, Massimiliano Rossi; introduce il direttore della Biblioteca Claudio di Benedetto.
Il volume - Guidando alla riscoperta di un’Italia che dialo¬gava intensamente con Albrecht Dürer, questo libro delinea in che modo sia stato anticamente conosciu¬to dagli intellettuali che nel tempo lo hanno considerato un modello per le loro creazioni. Il cuore del volume è costituito dal catalogo delle fonti italiane su Dürer, organizzato in ordine cronologico; questo ha reso possibile ricostruire l’immagine del Dürer teorico dell’arte e della scienza, incisore e pittore fra XVI e XVII secolo, con risultati che hanno in alcuni casi sostanzialmente mutato l’immagine corrente dei suoi rapporti con l’Italia. Il volume si chiude con il primo tentativo di censimento e analisi delle edizioni dei trattati di Dürer presenti nelle biblioteche italia¬ne, molti dei quali hanno antiche note di possesso, postille e disegni, qui precisamente rilevati e descritti.
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